Mi fido di te
Titolo originale
id.
Autore
Francesco Abate
Massimo Carlotto
Anno
2007
Editore
Einaudi

“Ci sono due strade da percorrere in queste situazioni. La prima segue le regole della raffinata tecnica dell’imbroglio. La seconda quelle ancora più perfide della verità.”

Dal Veneto alla Sardegna Carlotto e Abate ci mostrano una nuova frontiera della criminalità: la sofisticazione alimentare.
Gigi Vianello, self made man, proprietario dello “Chez Momò”, ristorante di copertura segnalato dalle più importanti riviste gourmet, in realtà commercia illegalmente con partite di cibo piene di antibiotici, diossine, parassiti e altre sostanze nocive. Attraverso delle particolari procedure vengono rivendute a basso prezzo nei supermercati superando tranquillamente i controlli di qualità.
Senza scrupoli, avido, opportunista, questo imprenditore di uova marce e polli alla diossina in alcuni tratti ci appare anche simpatico, accattivante, affascinante, forse per la sua eterocromia alla David Bowie, forse per il suo romanticismo che si esprime quando immagina la sua vita come in un film, con tanto di colonna sonora per ogni avvenimento, e questo ci inquieta.
La sua superficialità, la sua ironia, la sua freddezza e sagacia, il suo saperci fare con le donne ci colpisce, così come ci intrigano le feste in costa Smeralda, la bella vita. Ma poi passa il segno, esagera e ci disgusta, come gli alimenti che vende, come la “buona società” che frequenta.
Degenerazione alimentare e morale. E di certo i personaggi che lo circondano non sono da meno, tutti detestabili, tutti sopra le righe, tutti rapiti dalla chimera della fama e abbagliati dal lusso e dal denaro.
Un ritratto fedele e concreto di una fetta di questa nostra società che non vogliamo vedere ma che esiste. E il romanzo ce la mostra, così com’è, senza orpelli, cruda e fredda. La lettura scorre piacevolmente e ci coinvolge, colpisce duro a volte. E tra tradimenti, delitti, spacconate, colpi di scena c’è la musica. Anche qui, come negli altri libri di Carlotto ci fa compagnia e scandisce il ritmo delle vicende, ci aiuta a calarci nell’atmosfera giusta, è il termometro degli avvenimenti.
La fine di Gigi Vianello sembrerebbe proprio quella che si dice una brutta fine ma non ci basta, non ci convince, forse perché non è abbastanza o forse perché per lui potrebbe esserci una via d’uscita. Emblema dell’impunità della nostra italietta... Aspettiamo curiosi (o fiduciosi?) il sequel.
[francesca bompadre]

 


Francesco Abate nasce a Cagliari nel 1964. È giornalista e dj nei club dell’isola col nome di Frisko. Come scrittore pubblica nel 1998 Mister Dabolina, il suo primo romanzo (Castelvecchi). Sono seguiti nel 2003 Il cattivo cronista (Il Maestrale), nel 2004 Ultima di campionato, da un soggetto vincitore del premio Solinas (Il Maestrale, nel 2006 riedito da Frassinelli) e, nel 2006, Getsemani (Frassinelli). Insieme a Massimo Carlotto ha scritto Catifish (Aliberti).
Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956 e vive in Sardegna. Scoperto dalla scrittrice e critica
Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo
Il fuggiasco (e/o). Per la stessa casa editrice
ha scritto, oltre ad
Arrivederci amore ciao (secondo posto al Gran Premio della Letteratura Poliziesca in Francia 2003), i seguenti romanzi: La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Le irregolari, Nessuna cortesia all’uscita, Il corriere colombiano, Il maestro di nodi, L’oscura immensità della morte e, nel 2006, La terra della mia anima.
Con Marco Videtta ha scritto Nordest. È anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani e riviste.