Il Museum of Modern Art di New York presenta una retrospettiva del lavoro della musicista islandese Björk. Al MoMA vi sarà musica, partendo dai suoi primi album fino a “Biophilia” del 2011: una mostra di un’artista che il curatore della mostra Klaus Biesenbach e che dal 2000 insegue Björk annuncia come «grande creatrice di forme innovative che attraversano tutti i canali della nostra società guidata dai media».

Nei tre anni di preparazione (la cantante-artista ha ceduto al curatore nel 2012) con Biesenbach si è studiata la tradizione australiana indigena che trasforma canzoni e immagini in mappe, un modo per appendere la musica alle pareti. La mostra\retrospettiva è visitabile solo da 100 persone per volta, che con cuffie “cammineranno” in ogni album solista di Björk, ognuno dei quali ha una stanza propria. «Ci sarà un po’ una cacofonia di suoni – ha dichiarato la cantante – sarà un po’ rischioso. Ma se non c’è rischio non vale la pena di farlo».

La mostra attinge a più di 20 anni di progetti dell’artista e dei suoi dischi, da “Debut” (1993) a “Biophilia” (2011), per raccontare la sua carriera attraverso audio, film, video, strumenti, oggetti, costumi e le prestazioni. La mostra presenta una narrazione scritta da Björk e dallo scrittore islandese Sjón. Sono esposte le collaborazioni di Björk con registi, fotografi, stilisti e artisti. L’esposizione si conclude con un nuovo lavoro concepito e realizzato con il regista Andrew Thomas Huang.

Il tour mondiale di Vulnicura parte il prossimo 7 marzo proprio dalla Carnegie Hall di New York.