Si vogliono, una passione fisica. Fanno sesso dove capita: per strada, dentro a un pulmino, su una brandina scassata. Per la morale universale sono dei traditori. Entrambi hanno una famiglia alle spalle, umile quella di lui, moglie bellissima, incinta; benestante quella di lei, marito militare una figlia. Un dramma bergmaniano sulla sovrastruttura borghese per cui l’amore è quello riconosciuto e non quello estemporaneo, quello che ti dà sicurezza e non quello che ti dà un fremito? No, non è cosi scontato perché la scena si svolge a Gerusalemme e lui, Saleem, è un povero fattorino palestinese e lei Sarah è una agiata signora israeliana.
Su questa tessitura si svolge il vibrante film di Muyad Alayan in cui il tono del giallo mantiene alta l’attenzione dello spettatore, facendolo lentamente precipitare in un’atmosfera distopica. Una distopia apparente ma ancora più angosciante di quella dei film in cui ci si proietta in uno spaventoso mondo futuro, perché qui il mondo descritto è ora, adesso, immodificabile, un incubo reale senza via d’uscita.
Regia accorta, essenziale, adatta alla storia, attori sobri e intensi, perfetti nella parte, e soprattutto un’incredibile Gerusalemme fuori dagli schemi, che ti affascina, ti assorbe e poi ti uccide.
Titolo italiano | Sarah & Saleem – Là dove nulla è possibile |
Regia | Muayad Alayan |
Sceneggiatura | Rami Alayan |
Fotografia | Sebastian Bock |
Montaggio | Sameer Qumsiyeh |
Scenografia | Bashar Hassuneh |
Costumi | Hamada Atallah |
Cast | Adeeb Safadi, Sivane Kretchner, Ishai Golan, Maisa Abd Elhadi, Jan Kuhne |
Produzione | Muayad Alayan, Rami Alayan |
Anno | 2018 |
Nazione | Palestina, Paesi Bassi, Messico, Germania |
Genere | Drammatico |
Durata | 127' |
Distribuzione | Satine Film |
Uscita | 24 Aprile 2019 |
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