È bene ricordare che A un certo punto è una rubrica in cui si sorvola sulla critica cinematografica, ormai relegata dalla storia a quantità di pallini e al soggettivo e per questo mortificante gusto del recensore. Si cerca di cogliere un dettaglio per risalire a un insieme o sprofondare nell’insieme per perdersi nel dettaglio. L’altra sera all’ormai mitico cineclub del lunedì, uno degli ultimi rimasti a Roma, per la serie “cinema d’attore” proiettavano “Quel pomeriggio di un giorno da cani”.

Bene, dell’opera è assolutamente inutile parlarne, mentre quello che colpisce ancora oggi a più di quarant’anni di distanza (il film è del 1975) è il titolo: brillante, spiazzante, accattivante, al limite dello sgrammaticato, perfettamente rispondente all’atmosfera del film. Su wikipedia sottolineano però come in realtà la traduzione sia un errore: «Il titolo italiano del film è erroneamente tradotto dall’originale inglese “Dog Day Afternoon”: Dog Days si riferisce ai giorni di canicola estiva, cosiddetti perché nel periodo più caldo della stagione è visibile la costellazione del Cane Maggiore. Quindi la traduzione corretta del titolo dovrebbe essere “Pomeriggio di canicola”».

Ora, soltanto pensare di dire all’amico o alla fidanzata o ai colleghi di lavoro: «Sono andato a vedere Pomeriggio di Canicola con Al Pacino» sarebbe stato talmente depressivo, da determinare la fine delle amicizie e degli amori nonché la morte del film in questione. In quegli anni i traduttori erano pieni di fantasia scorretta e genialità selvaggia, che spesso superavano per inventiva gli originali. Pensate solo ai personaggi Disney: Paperino è più simpatico di Donald Duck, Topolino di Micky Mouse e soprattutto Qui Quo Qua surclassavano i tristissimi Huey, Dewey e Loie. Genio puro. Traduzioni sbagliate certo. Ma d’altronde errare è umano e perseverare è geniale. Oggi tutto è rientrato nella norma e non si rischia lo strafalcione. Per cui “Still Alice” viene tradotto con “Still Alice” e “Hateful Eight” viene tradotto con “Hateful Eight”.