In occasione della 12esima edizione della Festa del Cinema di Roma, dove era stato invitato per un incontro con il pubblico, abbiamo incontrato in conferenza stampa lo scrittore Chuck Palahniuk che ci ha raccontato del suo lavoro e del rapporto con la settima arte.
Quali emozioni punta a suscitare con il suo lavoro?
C’è una teoria, di cui non ricordo il nome, che sostiene che prima dell’uscita in sala di opere come Fight Club e Matrix, non esisteva un linguaggio adatto a raccontare un certa realtà. Questi sono film che si interrogano sul nostro presente, attraverso un linguaggio capace di contestualizzarlo come mai prima di allora. Il mio compito è mostrare quanto sia potente la forza della parola nel suscitare emozioni. Amo il potere delle storie che si raccontano davanti al fuoco. Io cerco di instaurare un rapporto fisico, empatico con il lettore. Per farlo utilizzo elementi fisici come sesso, droga, violenza e malattia.
In attesa della trasposizione cinematografica di Invisible Monsters (i cui diritti sono oggi nelle mani dei produttori del serial tv American Horror Story), Fight Club è stato l’unico dei suoi romanzi portati sul grande schermo.
Fight Club possiamo considerarlo un fallimento di successo. Alla sua uscita nei cinema si rivelò un flop incredibile tanto da non rientrare neanche delle spese di produzione. Solo due anni più tardi con l’uscita di una nuova edizione in DVD iniziò a riscuotere un certo successo.
Che rapporto instaurò con il regista del film David Fincher?
Più che lavorare con David, ci si può trovare d’accordo con David. Per il ruolo del personaggio di Marla Singer si presentò ai provini Courtney Love, allora compagna dell’attore Edward Norton. Ci sembrava perfetta, anche troppo per David che invece scelse Helena Bonham Carter.
“Una Judy Garland prima di morire” così aveva definito il personaggio e la scelta fu perfetta alla fine.
Per il seguito di Fight Club ha scelto la forma della graphic novel che si compone di ben 10 albi. Perchè?
Volevo esplorare un mezzo diverso. I libri raccontano bene, i film mostrano bene. Volevo raccontare in maniera diversa e la graphic novel mi ha permesso tutto questo.
Quando scrive i suoi libri se li immagina già per immagini? Molti lettori rimangono spesso delusi dalle trasposizioni cinematografiche di libri molto amati.
Iniziai a scrivere libri che i film non avrebbero mai potuto raccontare. Chi legge si impegna, deve essere formato per poter essere coinvolto. In Fight Club libro e film hanno ognuno dei propri valori, differenti ma validi.
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