Lasciate la sala, o meglio non entratevi proprio, se quello che cercate è un biopic rigoroso su Freddy Mercury e sui Queen. Quello che cercate è forse un documentario, non un opera filmica di fiction, che per definizione è “finzione” e quindi come in questo caso ri-elaborazione di fatti realmente accaduti in chiave artistica.

L’aderenza fisica del cast (impressionante per tutti i componenti della band, Brian May su tutti) l’utilizzo delle vere voci del gruppo inglese per le parti cantate (sia live che in studio), una sceneggiatura che ricostruisce la storia del gruppo inglese a partire dalla figura del suo frontman, ovvero Freddy Mercury, che da operaio dell’aereoporto di Heathrow, sezione bagagli, diventerà nel giro di una decina d’anni icona della musica internazionale anche grazie, ma non solo, alla sua drammatica e prematura morte nel 1991 per una complicanza polmonare dovuta all’AIDS.

Ed è partendo dalla vita privata di Freddy Mercury e dalla sua ossessiva ricerca di approvazione da parte sia della famiglia genetica che da quella artistica, che il film costruisce sullo sfondo la storia della band, con i suoi alti e bassi, le litigate e le riappacificazioni, i distacchi e i riavvicinamenti  come in occasione del LIVE AID del 1985 che chiude la pellicola diretta da Bryan Singer, regista che come Lars Von Trier aveva dato il meglio di sé con la sua prima fatica (I soliti sospetti per Singer, Le onde del destino per Von Trier) per cadere poi dietro a fallimenti autoriali (L’allievo) e pellicole-giocattoli senza anima (X-Men, Superman Returns, Il cacciatore di giganti). Che poi la sua vita sul set di Bohemian Rapsody sia stata travagliata sino a portarlo al licenziamento prima della conclusione delle riprese, questo è un altro discorso.

Il film è pieno di pathos (confesso di essermi commosso alle lacrime) ma non patetico (grazie per averci risparmiato le fasi della malattia di Fred), divertente e ironico a tratti, con una regia fluida che però lascia a desiderare nelle parti cantate, con riprese piatte, monotone e ripetitive.  Un film che ha il merito di rinverdire nella memoria di chi li ha vissuti in toto o in parte una delle più grandi ed innovative band mondiali (“non tutto va spiegato” dice in una scena Brian May all’ottuso manager dopo il primo ascolto di Bohemian Rapsody) e spingere madri di neo 14enni a recarsi in libreria per comprare biografie relative ai Queen o a Freddy Mercury, prima che la figlia torni nuovamente al cinema stavolta con i compagni di scuola a rivedere il film (fatto realmente accaduto). Se questo era l’obiettivo, direi che è stato pienamente e con merito centrato.

Titolo originaleid.
RegiaBryan Singer
SceneggiaturaAnthony McCarten
FotografiaNewton Thomas Sigel
MontaggioJohn Ottman
ScenografiaAaron Haye
CostumiJulian Day
MusicaJohn Ottman
CastRami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Aidan Gillen, Tom Hollander, Allen Leech, Mike Myers, Aaron McCusker
ProduzioneGK Films, New Regency Pictures, Queen Films Ltd., TriBeCa Productions
Anno2018
NazioneUSA, UK
GenereDrammatico
Durata135'
Distribuzione20th Century Fox
Uscita29 Novembre 2018