Lo straniero” di Camus è un romanzo cardine dell’esistenzialismo francese. Narrato in prima persona è la storia in presa diretta di un uomo che lentamente si abbandona al fluire senza senso della propria vita. Non c’è dio, non c’è logica, solo tempo che scorre e sensazioni che si alternano, umori che si accavallano; il cuore batte certo, ma il ritmo è meccanico: alternanza di vuoti e pieni. Il funerale della madre, l’amore per maria, il sole bollente di un’estate algerina, un amico violento, una lite sulla spiaggia, una pistola, un grilletto che esplode, il sangue, un processo, la condanna a morte. Avvenimenti concatenati dal propio io altrimenti assolutamente casuali, forse inutili.

Al teatro Vascello di Roma Fabrizio Gifuni per il suo ciclo di letture intitolate “L’autore e i suo doppio” ha letto un estratto del romanzo di Camus. Una lettura semplice e profondissima, un viaggio a planare nella dolcezza affascinante e terribile dello spleen, o come si diceva un tempo del male di vivere.

Il montaggio del testo e la performance di Gifuni hanno prodotto una sorta di miracolo espressivo, una specie di trance emotiva che ha coinvolto tutto il pubblico arrivato stremato all’applauso finale, letteralmente liberatorio.

Finalmente un attore che non recita se stesso, che non ammicca, che non vuol far vedere quanto è bravo o che riporta in scena la piattezza televisiva, superficiale.

Gifuni entra nel testo, letteralmente si trasfigura nel personaggio, diventa lui e quella discrasia che di solito si ha tra la pagina letta e  quella rappresentata scompare, stiamo vedendo quello che stiamo leggendo, la nostra fantasia di lettore non viene violentata dal punto di vista della rappresentazione, si intreccia ad essa. Gifuni prova le stesse emozioni (o meglio le stesse non emozioni) del personaggio: parla come lui, ama come lui, nuota come lui, suda come lui, uccide come lui, non ha morale come lui ed è innocente come lui. Senza enfasi, senza sottolineature, senza un filo di grasso.

Si potrebbe dire, per una volta: non leggete quel libro, andatelo a vedere.