In occasione dell’anniversario del suo record del mondo conseguito il 16 agosto 2009 durante i mondiali di atletica leggera di Berlino, Usain Bolt ha deciso di ricordare l’avvenimento pubblicando un filmato su twitter.

Non una dichiarazione per raggranellare like o una di quelle stories insulse di (narcisistica) vita quotidiana. No, un vero e proprio piccolo film di quasi due minuti ben girato, molto toccante, raffinato e latore oltre che di un messaggio poetico palese, di uno subliminale più prosaico ma non meno importante.

16 agosto 2019, mattina presto, Usain inforca le ciabatte e prepara la colazione. Mentre taglia la frutta si sentono le cronache della finale in tutte le lingue del mondo, di quella magica corsa in cui il “fenomeno” Bolt riuscì a percorrere i cento metri nell’incredibile tempo di 9’58’’.

Il codice stilistico del video è il montaggio alternato tra il presente quotidiano che sta vivendo oggi l’atleta e le immagini, le voci, e i gesti di quell’impresa che ha cambiato la storia dello sport. Non c’è autocompiacimento, non c’è retorica, anzi il video è permeato da una sottile malinconia che lo rende struggente.

E in questa mancanza di trionfalismo, si viene toccati dalla riflessione sulla immaterialità del successo e in fondo sulla immaterialità della vita stessa.

Il secondo messaggio, subliminale dicevamo, è alimentare.

Per metà del video si osserva Bolt mentre fa colazione. Taglia una papaya, il pane tostato a puntino, l’insalata di frutta, la banana, un generoso bicchiere di succo d’arancia. Non sono azioni buttate lì a caso, ma immagini curate nel dettaglio, belle esteticamente, invitanti. Una colazione che è uno spettacolo e nello stesso tempo una chiara dichiarazione dietetico – esistenziale. Se vuoi rimanere in forma, se vuoi che le tutte le fibre si mantengano elastiche, se vuoi essere scattante nei muscoli e nel cervello devi mangiare così. Altro che cornetto e cappuccino.

La colazione dei campioni appunto. Sani, e conseguentemente un po’ tristi.