«La brevità è l’anima della saggezza», scriveva Shakespeare. «Una goccia di luce vale più di un oceano di oscurità», sentenziava Joseph Joubert. E non occorrerebbe scomodare Italo Calvino nel suo “Elogio della Brevità” o ancora il defunto Umberto Eco sulle 40 regole per parlare (o scrivere) bene in italiano, per affermare dopo la visione dello spettacolo di Lillo & Greg Marchette in trincea, che talvolta, spesso, meno è meglio.

“Ci scusiamo per la lunghezza del nostro spettacolo, ma non abbiamo avuto il tempo di scriverne uno più breve”. Così ci immagineremmo le dichiarazioni, parafrasando una delle più note Lettres Provinciales di Blaise Pascal, dei comici romani di fronte alla delusione scatenata dalla loro ultima fatica. Risulta oramai pacifico come la forma breve (vedi gli sketch radiofonici di 6-1-0 o la web serie da culto “Pupazzo criminale”) sia quella che meglio si sposa con la comicità grottesca, a tratti demenziale di Lillo e Greg.

marchette-BrancaccioDopo il pasticciaccio brutto dello scorso anno (La Fantastica avventura di Mr. Starr), anche questa prova d’appello viene clamorosamente mancata. Eppure sulla carta il gioco valeva la candela: una male assortita compagnia di teatro è in scena con un’orribile commedia sull’invasione tedesca del ’43. L’assenza di pubblico, quindi d’incassi, non concede la possibilità di estinguere le rate di un’ipoteca accesa per l’allestimento e un ufficiale giudiziario inizia a pignorare costumi, luci ed effetti, trascinando la commedia in un gorgo d’involuzione minimalista. La situazione viene apparentemente salvata da un imprenditore tedesco deciso ad investire nello spettacolo, invaghito dell’attrice protagonista, con l’unica richiesta di inserire slogan pubblicitari dentro la commedia e trasformare i cattivi tedeschi invasori in compagni di merenda.

Ora di punti luce (le idee) ce ne sono per mettere in scena uno spettacolo brillante, divertente e scacciapensieri. La reiterata rappresentazione dello spettacolo sempre più povero, privo di effetti sonori, scenografie e costumi, è esilarante ed a suo modo geniale. L’inserimento di pubblicità all’interno della commedia pesca incredibilmente nella cronaca di questi giorni, con lo spettacolo de I tre Moschettieri al Teatro Astra di Torino. Ma questi punti luce naufragano nell’oceano di oscurità di una messa in scena fiacca, da gag ripetute fino allo sfinimento, da una serie di ingredienti inutili usati solo per allungare un brodo altrimenti insipido (vedi il musical finale alla Priscilla – La regina del deserto).

Il risultato è un accanimento terapeutico inutile e altresì dannoso per un paziente in stato di coma irreversibile, che neanche la puntata speciale di Pupazzo Criminale riesce in alcun modo a destare.

TitoloMarchette in trincea. Work in regress
AutoreClaudio Gregori, Pasquale Petrolo
RegiaLillo & Greg, Andrea Palotto
SceneAndrea Simonetti
CoreografieAndrea Palotto
InterpretiLillo, Greg, Dora Romano, Marco Fiorini, Monica Volpe
Durata80'
ProduzioneLSD Edizioni
Anno2016
GenereComico
Applausi del pubblicoTimidi
In scenadal 23 febbraio al Teatro Brancaccio di Roma