E’ il 1908 quando un giornalista (Giovanni Esposito) alle prime armi,  arriva dopo un lungo viaggio, in casa Puccini per la sua prima intervista. A Torre del Lago precisamente, il paesino tanto caro al grande maestro.

Per celebrare il compositore toscano, Nicola Zavagli ha scritto questo atto unico ricostruendone la biografia attraverso le parole di Marianna (Beatrice Visibelli), la cameriera di fiducia. Questo spettacolo vuole fondere la parte prosaica e lirica di quello che fu il mondo pucciniano attraverso due forme  narrative sovrapposte destinate a tracciare, senza scontrarsi mai, il profilo reale e immaginario di Giacomo Puccini.
Da una parte c’è la musica, l’opera lirica con le sue protagoniste vinte, la passione del recitativo e il romanticismo delle arie, la cadenza del tragico. In questa parte, in cui la musica predomina, anche lo spazio è distinto. Lo spettatore ha la sensazione che esista nella zona più profonda del palco, un’altra situazione, un altro spettacolo.

Di spalle ad un pianoforte siede per tutto il tempo Rodolfo Alessandrini e di spalle anche lei, ma posta più in alto, Anna Aurigi, il soprano. L’opera pucciniana sembra essere sovrastante, come un occhio esterno che tutto vede. Tradotte mirabilmente nei vocalizzi lirici della Aurigi, lo strazio de La Bohème, la fine della Madama Butterfly, la duttilità melodica della Tosca rivivono, ad una ad una, in un alternarsi armonioso e complesso di sonorità familiari. In primo piano invece, quasi al limite della ribalta, fra l’accatastamento di oggetti scenici di un soggiorno rigoglioso, vive il lato drammaturgico di questa pièce. Beatrice Visibelli e Giovanni Esposito ne vestono la narrazione e l’azione dinamica degli accadimenti. Quando il giornalista irrompe a villa Puccini tutto trafelato, è sorpreso da Marianna che crede trattarsi di un ladro. Sussiste un primo conflitto. Fra i due converge un’incomprensione. Marianna non si fida, non vorrebbe far entrare l’uomo in casa, soprattutto “oggi che è successa una disgrazia”. La donna non crede neanche si tratti di un vero giornalista, malconcio com’è. Ma alla fine si lascia convincere. Ecco che qui inizia l’intervista, intima e omogenea quasi un sotto-testo. Non più un incontro con il personaggio Puccini dunque, (che mai comparirà, se non nelle acrobazie vocali del soprano) ma una cronaca dell’uomo Puccini, attraverso la testimonianza devota della sua domestica.
Ne viene un lavoro sulla memoria, sull’identificazione umana di quello che fu uno dei più grandi operisti del nostro tempo. Un uomo taciturno, amante della caccia e della natura, di macchine lussuose e motociclette ricercatissime, affascinatore di donne, fumatore raffinato, dubbioso spesso di fronte alla mancanza d’ispirazione ma anche uomo “disgraziato”. Le debolezze e le grandezze vengono fuori dalla bocca di Marianna, man mano che l’andamento drammaturgico perde la meccanicità iniziale.

I monologhi prolissi della Visibelli si snodano con facilità nella propria lingua toscana, dando al testo di Zavagli una forma ironica tutta particolare. Ma nonostante questo, non esiste un vero e proprio filo conduttore che approfondisca un aspetto della vita del compositore. Ne consegue a tratti, una mancanza di senso. La pièce utilizza lo stratagemma dell’intervista per parlare del fatto più scandaloso che vide Puccini criticato e malvisto dai suoi contemporanei. Un fatto che attira ancora oggi la curiosità popolare ma che Zavagli ha saputo ben condire con l’esecuzione delle sue più celebri arie, e tanto basta per strappare l’applauso.

TitoloLa cameriera di Puccini
AutoreNicola Zavagli
RegiaNicola Zavagli
InterpretiBeatrice Visibelli, Giovanni Esposito, Anna Aurigi, Rodolfo Alessandrini
Durata75'
Anno2015
Generedramma
Applausi del pubblicoRipetuti
Compagnia Teatri d’Imbarco
In scenaDal 10 al 15 marzo al Teatro dei Conciatori di Roma - orario spettacoli: Mar, Merc, Giov, Ven, Sab ore 21.00 - Dom. ore 18.00