Un testo spigoloso, come gli angoli delle sedie che dominano il palco del Teatro dei Conciatori; la cornice sospesa ad un lato dello stesso; come i due telai che aprono la scena in ambienti ciechi; come le luci che tagliano lo spazio scenico dal basso verso l’alto, da destra verso sinistra.

Una donna, mentre si prepara per un primo appuntamento a cena ricevuto da un suo corteggiatore, aspetta che la televisione trasmetta l’intervista da lei rilasciata pochi giorni prima e in cui parla di sua sorella più piccola trovata morta per overdose all’interno di una chiesa. Un fatto che ha scatenato l’attenzione morbosa dei media, pronti ad “intervistare i parenti della vittima” all’interno di uno special televisivo che lo spettatore ‘percepisce’ attraverso la reazione indiretta della stessa sorella.

intervista locIl monologo scritto e diretto da Giuseppe Manfridi è un gioco di presenza ed assenza: la presenza ingombrante di una madre che sembra rimproverare alla protagonista il suo essere “sopravissuta” alla tragedia e l’assenza di una sorella, la minore, la più sociale, allegra, sbarazzina ma al contempo problematica. E se di fronte alla morte, nelle parole di chi l’ha conosciuta assurge a figura santifica, qui la protagonista non ha peli sulla lingua nel vomitare tutta la sua frustrazione, dolore, affetto, smarrimento nei confronti di un ‘azione’ così dirompente e di una ‘persona’ così invadente. “Ciò che emerge da questo forsennato soliloquio – ci racconta l’attrice nell’intervista a noi rilasciataè un rapporto d’amore e odio fortissimo, un legame imprescindibile, e che ha momenti teneri e anche buffi, momenti terribili ricchi di livore, vuoti e pieni, un legame volente e nolente indissolubile, che va oltre la morte.

Un monologo incalzante, costruito come una melodia sincopata grazie anche alle musiche di Antonio Di Pofi che sembrano dialogare con la protagonista, una Melania Fiore, vera Signora dello spettacolo, che da il meglio di se sui toni piani e mostra una certa ‘meccanicità’ recitativa quando il ritmo di fa più forte, dirompente, sanguigno.
Uno spettacolo che va lasciato sedimentare dentro di se, per poterne apprezzare il giusto aroma, smussando quelle piccole frizioni stranianti che seppur presenti lasciano un retrogusto amarognolo difficile da cancellare.

TitoloIntervista ai parenti delle vittime
AutoreGiuseppe Manfridi
RegiaGiuseppe Manfridi
MusicheAntonio Di Pof
SceneAntonella Rebecchini
LuciErika Barresi
Interpreti Melania Fiore
Durata50'
Anno2017
GenereMonologo
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenafino al 26 Marzo 2017 al Teatro Dei Conciatori, Roma