Tratto da “Il Visitatore” di Eric Emmanuel Schmitt, “Il sogno di Freud” narra le vicende del fondatore della psicoanalisi durante le leggi razziali imposte dal regime nazista, il rapporto con la figlia Anna, i pazienti e, soprattutto, il rapporto con Dio. Sigmund (Fulvio Maura) è uomo di scienza, dapprima fiducioso nella possibilità di continuare a vivere a Vienna poi, quando la figlia Anna viene interrogata dalla Gestapo, si rende conto che l’unica possibilità di salvezza è emigrare. Uno strano personaggio (Tiziano Storti) bussa alla porta dello studio, iniziando un dialogo a tratti surreale, tutto incentrato sul dilemma scienza e fede: giallo, introspezione, i grandi temi dell’esistenza, fede, amore.

Da quando il denaro è diventato l’unica divinità, l’uomo di scienza è roso dal dubbio: come si può credere senza prove evidenti? Sigmund utilizza il dubbio per interrogarsi sull’utilità stessa della guarigione operata dalla psicoanalisi: «A che serve salvare un canarino quando il mondo brucia?». Quesito che assume ancora più forza se si pensa ai tempi drammatici del nazismo e della guerra.

Testo molto bello, con parole che scorrono nell’atmosfera rarefatta dello studio viennese, creando un’atmosfera fuori dal tempo. All’inizio si ascolta con pregiudizio la dizione non impeccabile dei protagonisti, ma dopo poco si dimentica il fastidio: sono incredibilmente veri. Fulvio Maura è Freud con quel fare rigido e dubbioso, la tosse, la ripetitività dei gesti; Tiziano Storti è quasi “angelico” con quel sorriso stranulato, quel desiderio di giocare, provocare il medico viennese su una delle sfide più difficili dell’esistenza: l’abbandono alla fede e al mistero della vita. Difficile catalogare lo spettacolo, sembra un viaggio onirico che si guarda come spettatori e al tempo stesso si vive nella propria interiorità. Quello che c’è dentro c’è fuori, e viceversa.

TitoloIl sogno di Freud
AutoreEric Emmanuel Schmitt
RegiaFulvio Maura e Tiziano Storti
InterpretiFulvio Maura e Tiziano Storti
Durata75'
ProduzioneAppiccicaticci
Anno2015
GenereDrammatico
Applausi del pubblicoA scena aperta
In scenaDal 22 al 25 gennaio al Teatro Antigone