In principio c’era la commedia irriverente del maestro John Waters insieme alla sua musa ispiratrice Divine, regina del travestitismo cinematografico. Correva l’anno 1988. A questa data fa seguito il musical teatrale trasformato in pellicola di successo nel 2007 da John Travolta, nei panni che furono della rimpianta Divine.

hairspray1Ora, per la prima volta in versione non inglese, approda in Italia per la regia di Massimo Romeo Piparo in un produzione targata Planet Musical.
La storia è semplice: 1962, Baltimora. Tracy Turnbald è una ragazza di taglia abbondante e dal cuore grande e generoso. Vive sulle ali della grande passione per il ballo, non perdendosi una puntata dello show televisivo Corny Collins Show. Quando dagli schermi lanciano la selezione per un nuovo ruolo danzante nello show, i sogni di Tracy sembrano destinati ad avverarsi. Ma l’ostilità di Producer e ballerine arriviste, un amore nato tra i passi di danza e gli odi razziali che covano nelle ceneri di una società ancora in cerca di se stessa, sono ostacoli che Tracy dovrà affrontare e superare.

“Per fortuna le cose cambiano, il mondo si evolve”, canta uno dei protagonisti dello spettacolo. E sotto i nostri occhi, vediamo, ma sarebbe meglio dire intuiamo, il passaggio dagli anni Cinquanta ai “favolosi Anni Sessanta” per dirla alla Minà. Un mondo di colori, gel e lacca per capelli, musica nera e movenze pelviche, di atmosfere sensuali e desiderio di pace in cui bianchi, neri, gialli e rossi possano vivere e danzare gli uni accanto agli altri, davanti e dietro uno schermo televisivo.

hairspray2Purtroppo molto di tutto questo fatica ad emergere, in una messa in scena coloratissima ma a volte troppo fracassona, che accompagna una linea narrativa composta da un numero infinito di “quadri” che male si fondono l’uno nell’altro, con diverse incertezze nel cambio scena – probabilmente dovuto ad un rodaggio ancora da completare -. L’insieme è pigro, privo di grandi spunti ed invenzioni visive capaci di variare il ritmo dello spettacolo. Evento che si palesa solo nel pirotecnico finale: un po’ troppo in ritardo.
Strepitosa la protagonista Giovanna D’Angi, che grazie alla pulizia della voce ed a una presenza scenica notevole, letteralmente fagocita l’intero cast, a partire da un dimesso Stefano Masciarelli che poco convince sia dal punto di vista recitativo, strappando applausi e risate solo in imitazioni alla Alberto Sordi, che nel cantato con troppe variazioni tonali all’interno di uno stesso pezzo.
Le scene di Marco Calzavara puntano troppo sulle videoproiezioni di Giovanni Scarfini, un’idea che poteva anche essere divertente ma di cui si abusa, mentre i costumi di Federica Boldrini evocano senza strafare il mondo colorato di Waters e degli Anni Sessanta.

hairspray3Nel complesso uno spettacolo di durata eccessiva (quasi due ore e mezzo) appesantito da digressioni inutili, vedi i dialoghi fuori copione tra Masciarelli e Giulio Farnese (suo marito sulla scena) in cui “il messaggio sociale” dell’integrazione razziale tra gli uomini di tutto il mondo, finisce per venire annacquato ed in parte banalizzato. Al punto che persino il momento emotivamente più forte, quando sugli schermi scorrono le immagini e la voce di Martin Luther King e di tutti i leader neri americani del passato e del presente, buon ultimo Barack Obama accompagnato da un caloroso applauso in sala, perde di incisività e patos.

TitoloHairspray
AutoreMark O'Donnell, Thomas Meehan, Scott Wittman, Mark Shaiman (musiche)
AdattamentoMassimo Romeo Piparo
RegiaMassimo Romeo Piparo
SceneMarco Calzavara
CostumiFederica Boldrini
CoreografieBill Goodson
LuciMarco Vignalelli
InterpretiStefano Mascarelli, Giovanna D'Angi, Giulio Farnese, Flavia Astolfi, Simone Di pasquale, Cristian Ruiz, Tia Architto, Francesca Nerozzi, Daniela Simula, Gianluca Petruzzelli, Barbara Comi, PIero Di Blasio
ProduzionePlanet Musical
Applausi del pubbliconull
In scenafino al 26 ottobre 2008 al Teatro Sistina di Roma; dal 25 novembre 2008 Teatro Smeraldo di Milano