“Vive al di fuori della grazia di Dio, vaga nelle tenebre più profonde, è un vampiro… un non morto”.

Suoni sinistri e sussurri demoniaci accompagnano l’entrata in sala: la luce fioca di una candela illumina un ambiente claustrofobicamente tetro di fine Ottocento. Accanto all’unica fonte di luce, disteso su un duro giaciglio, un uomo dallo sguardo spento si agita con movimenti lenti e nervosi, ripetendo incomprensibili litanie che accompagnano la visione di un mondo invisibile agli ignari spettatori, ma ancora per pochi istanti. L’invito del misterioso individuo è di «credere a quello a cui solitamente non crediamo», perchè la storia che si stà per svolgere obbliga all’abbandono della scienza, per accettare ciò che questa non è in grado di spiegare.

Questo è l’incipit dello spettacolo “Dracula La Leggenda”, una felice rielaborazione del classico di Bram Stoker incentrata su quattro personaggi: Jonathan Archer (il giovane immobiliarista inviato in Transilvania per discutere del trasloco in terra inglese del famoso Conte) che scopriremmo essere il nostro misterioso interlocutore iniziale; Vladimir Basarab ovvero il Conte Dracula dall’aspetto emaciato e sofferente; Mina Murray la giovane fidanzata di Jonathan che aspetta impazientemente a Londra il ritorno dell’amato compagno e Lucy la provocante e trasgressiva amica, compagna, confidente di Mina. Quattro personaggi per due storie che si sviluppano parallelamente dentro la scena divisa a metà tra Londra e la Transilvania, la casa di Mina ed il castello del Conte.

La durata di circa un’ora dello spettacolo non consente lo svolgimento dell’intera rappresentazione del romanzo dell’irlandese Stoker e dopo tanti film da questo tratto, non se ne vedrebbe neanche l’interesse. Massimo Roberto Beato, autore della rielaborazione nonché interprete nel ruolo di Archer, preferisce gettare la luce tetra del racconto sui giorni che precedettero l’avvento londinese del Conte-vampiro, sottolineando l’aspetto erotico della storia, attraverso una sensualità latente che si sviluppa nelle storie parallele tra Mina e Lucy a Londra e Jonathan e il Conte Dracula in Transilvania. Una seduzione continua e strisciante che nella seconda parte dello spettacolo invade gli altrui campi, rompendo la continuità di spazio; l’ombra del Conte si allunga sulle due donne, mentre la vita di Jonathan sembra spegnersi giorno dopo giorno, lentamente e inesorabilmente. Un gioco di continuità e rimandi esaltati dalla regia creativa e funzionale di Jacopo Bezzi.

Jacopo Venturiero è un Conte Dracula efficace e seducente, tanto nel timbro vocale quanto nella gestualità; Nicoletta La Terra ci mostra una Mina moderna ed emancipata, mentre Maria Teresa Pintus sprizza sensualità da ogni poro ed è (insieme alla figura di Dracula) il perno intorno al quale gira l’intera rappresentazione.

Uno spettacolo che seduce e convince, come sottolineano gli applausi convinti del pubblico a fine rappresentazione. Esempio magnifico di idee che sopperiscono a ristrettezze di mezzi.

Titoloid.
AutoreMassimo Roberto Beato
RegiaJacopo Bezzi
CostumiC.d.M. con Monica Raponi
SuonoLucrezia Lanza
CoreografieMario Borghese
LuciLucrezia Lanza
Aiuto regiaSilvio Biagini
InterpretiJacopo Venturiero, Massimo Roberto Beato, Nicoletta La Terra, Maria Teresa Pintus; voci off: Dario Penne, Eugenio Marinelli, Lorenzo Venturini
Durata60'
ProduzioneSicilia Teatro
Progetto graficoManuela Giusto
Anno2014
Generedrammatico
CompagniaLa Compagnia dei Masnadieri
In scenafino al 21 dicembre 2014 al Teatro Stanze Segrete di Roma