La lettura di una fiaba, le gesta di un cavaliere danese e la canzoncina dell’orsetto Winnie the Pooh. Ecco il rituale che la sera il medico Daniel Fridolin (Ruben Rigillo) compie per addormentare sua figlia; è inquieto a causa della febbre della piccola Lily (Serena Marinelli). Inizia così “Doppio Sogno”, novella del viennese Arthur Schnitzler datata 1925, diventata celebre per la trasposizione cinematografica “Eyes Wide Shut”, ultimo capolavoro di Stanley Kubrick e proposta per la prima volta al Quirino di Roma in una versione suggestiva del regista Giancarlo Marinelli. In una nuvola di fumo bluette s’innesca l’ideazione polifonica del riadattamento registico, in cui traspare un lavoro di ri-scrittura dell’opera. Marinelli fa un uso quasi acrobatico della narrazione reale–surreale della “Traumnovelle” di Schnitzler, ornando il testo con accenni feticisti propri del gusto Kubrickiano.

La locandina

La locandina

Le vicende del dottor Fridolin e della moglie Nicol (Caterina Murino), s’immergono in un tempo anacronistico e non riguardano solo le tappe classiche della crisi coniugale, le possibili debolezze e il conseguente adulterio, ma si concentrano sul piano sconosciuto dell’essere umano e sullo smarrimento. In particolare è il calvario di Daniel a riversarsi nel sogno: i suoi viaggi onirici evidenziano le molteplici paure dalle forme umane. I fallimenti non elaborati sono il frutto dello sdoppiamento di una coscienza traslata, passata dal conscio vigile al profondo inconscio. Diviso fra l’amore di una moglie che gli ha confessato la tentazione di tradirlo e la disperazione del presunto rapimento della figlia Lily, Fridolin è un protagonista ingarbugliato. Con la complicità dell’amico Naktigal (Rosario Cappolino), Daniel si reca ad una festa in maschera convinto di trovare la figlioletta. Lily potrebbe essere stata rapita dagli strani figuri che popolano il Palazzo degli specchi, dove si compiono macabri riti orgiastici. Qui la scena somiglia vagamente a quella di “Eyes Wide Shut”, ma con uno snodo diverso e molto più complesso. Si è trattato solo di un sogno, uno spazio fluttuante dell’istinto dove i visi si sovrappongono e gli accadimenti si capovolgono.

L’erotismo inespresso di Nicol, i dissapori con la suocera Ivana (Ivana Monti), la scomparsa della figlia, l’apparizione di Albert Bohm (Simone Vaio),  paziente defunto di Fridolin, sono presenze ingombranti che rimandano ad un passato tormentato. Un mondo oscuro, psichico, distorto e scombinato. L’atmosfera sinistra dell’universo onirico, sembra tuttavia rassicurare il dottore; come se fuori dal livore delle ombre i personaggi diventassero ordinari, scomposti nelle memorie mai vissute. Il personaggio della madre, magistralmente interpretato dalla Monti, si muove su profili paralleli di una stessa personalità: suocera imponente e indiscreta nella rêverie prima, madre apprensiva e dimessa nella lucida realtà.

Lo sdoppiamento  della trama si compensa sull’impianto scenografico, macchinoso come un cubo di Rubik per il gioco mobile di pezzi e geometrie, fatto di specchi, letti di morte, maschere, alcove segrete e sale festose. “Doppio sogno” stordisce e emoziona nel medesimo istante. E’ una discesa agli inferi e una risalita vertiginosa, dove i sogni hanno assorbito gli impulsi più bassi dell’Io umano. Un’opera sublime che meritava di essere rappresentata.

 

TitoloDoppio Sogno (Eyes Wide Shut)
AutoreArthur Schnitzler
AdattamentoGiancarlo Marinelli
RegiaGiancarlo Marinelli
MusicheRoberto Fia
SceneAndrea Bianchi
CostumiAdelia Apostolico
LuciMirko Oteri
InterpretiIvana Monti, Caterina Murino, Ruben Rigillo, Rosario Coppolino, Andrea Cavatorta, Francesco Maria Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio, Carlotta Maria Rondana
Durata115'
ProduzioneCompagnia Molière con il Patrocinio della Regine Veneto
Anno2015
Generedramma
Applausi del pubblicoRipetuti
CompagniaCompagnia Molière
In scenaTeatro Quirino di Roma dal 7 al 19 aprile - orari martedì/sabato ore 20.45 domenica ore 16.45 giovedì 9 ore 16.45 sabato 11 ore 16.45 e ore 20.45 mercoledì 15 ore 16.45