Che Lucrezio nel “De rerum natura” si sia fatto portavoce delle teorie epicuree riguardo la realtà della natura e il ruolo dell’uomo in un universo atomistico e materialistico è un fatto che, senza dubbio, ancora oggi affascina. Basti considerare che l’opera fu completata nel I secolo a.C. e che contiene intuizioni scientifiche sviluppate solo in epoca moderna.

"Come stanno le cose – Il mio Lucrezio, la mia Venere"

“Come stanno le cose – Il mio Lucrezio, la mia Venere”

Piergiorgio Odifreddi, con un passato di studioso di logica matematica, materia che ha insegnato all’Università di Torino, e divenuto noto in Italia principalmente per le pubblicazioni “Il matematico impertinente” e “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)”, persegue da anni l’obiettivo della divulgazione scientifica attraverso una testimonianza laica e irriverente, soprattutto nei confronti dell’organizzazione religiosa. Di questa posizione Odifreddi continua a farsi portatore nella serata-evento Come stanno le cose – Il mio Lucrezio, la mia Venere, dove consegna al pubblico la lettura commentata dell’opera di Lucrezio di cui ha pubblicato la riduzione in prosa (Come stanno le cose, Rizzoli, 2013). In un’atmosfera tipicamente universitaria, Odifreddi riprende i temi della dottrina epicurea contenuti nel “De rerum natura”.

L’aggregazione atomistica, la liberazione dalla paura della morte, del dolore e degli dèi e dalla spiegazione dei fenomeni naturali, sono i temi trattati sul palcoscenico e ricondotti alle principali scoperte scientifiche dell’epoca moderna. Secondo la versione epicurea gli atomi si muovono in una dimensione infinita, attraversando tutto l’universo e l’anima dell’uomo è costituita da atomi che, con la morte del corpo, si disperdono nell’universo, per essere riutilizzati dalla natura. Lucrezio supera il concetto di creazione divina e attribuisce esclusivamente all’uomo l’affrancamento dalla condizione di bisogno con la produzione di tecniche che derivano dalle leggi della natura. Le leggi naturali sono indifferenti verso i bisogni dell’uomo, motivo per cui esiste il male. Se ci fosse un Dio non esiterebbe il male. Odifreddi spiega concetti come questo attraverso esempi di semplici strumenti di logica come le matrici.

TitoloCome stanno le cose – Il mio Lucrezio, la mia Venere
AutoreTito Lucrezio Caro
AdattamentoPiergiorgio Odifreddi
RegiaPiergiorgio Odifreddi
Durata120'
Anno2016
GenereDivulgazione scientifica
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenaRoma, Teatro Vittoria - 14 marzo 2016