“Che la parola salvi il genere umano”: ordina Ruggero Cappuccio, romanziere, regista, attore e da due edizioni direttore artistico del Napoli Teatro Festival. Nel suo “Circus Don Chisciotte” decide di affidare a un professore vagabondo e alla sua strampalata combriccola – fatta di ultimi e derelitti –  il compito di guidare una personalissima rivoluzione in nome dell’Arte e della Libertà.

Circus Don Chisciotte, Ruggero Cappuccio

À la guerre comme à la guerre. Se al seicentesco Don Chisciotte della Mancia erano toccati in sorte Sancho Panza e Ronzinante per affrontar le nobil imprese da dedicare a Dulcinea, il suo discendente, oggi, perduto tra i binari morti di una stazione ferroviaria napoletana, si deve accontentare di Salvo Panza, di due ex ristoratori rimasti senza arte né parte, un prestigiatore di provincia e una principessa siciliana: sta a loro mobilitare i grandi letterati, vivi o morti che siano, per difendere gli uomini dall’alienazione, dalla disumanizzazione, dalla infinita solitudine che li attanaglia tutti.

Tanti i momenti comici, affidati soprattutto a uno strepitoso Giovanni Esposito, decisamente in parte nell’affamato scudiero moderno, diversi gli attimi di riflessione che Cappuccio delega a Michele Cervante, suo personaggio principale. I costumi di Carlo Poggioli, sempre a suo agio quando deve ricavare il massimo risultato con ogni tipo di budget a disposizione, e le scene di Nicola Rubertelli, che si diverte a cambiare i quadri narrativi con l’arrivo di vagoni sempre diversi tra di loro, concorrono a creare uno spettacolo piacevole, ricco di spunti e di divertissement: Cappuccio consegna al pubblico un arguto gioco di rimandi letterari, in continuo bilico tra finzione e realtà. Dal coturno del professore alla ciabatta di Salvo Panza, dal napoletano al siciliano, passando dal veneziano e via via in un fitto reticolo di dialetti, la parola resta sovrana, massima espressione umana, sublimata dal teatro, esaltata dalla vita.

Francesca Romana Buffetti

TitoloCircus Don Chisciotte
AutoreRuggero Cappuccio
RegiaRuggero Cappuccio
MusicheMarco Betta
SceneNicola Rubertelli
CostumiCarlo Poggioli
LuciNadia Baldi
InterpretiRuggero Cappuccio, Giovanni Esposito, Giulio Cancelli, Ciro Damiano, Gea Martire, Marina Sorrenti
Durata90'
CoproduzioneTeatro Segreto e Teatro Stabile di Napoli – Teatro nazionale
Applausi del pubblicoFragorosi
In scenafino al 22 aprile al Teatro Eliseo di Roma