Ci sono spettacoli che nascono datati. Datati per messa in scena o recitazione o drammaturgia. A spasso con Daisy fa parte della prima categoria.

Atlanta, 1948. Miss Daisy, anziana e vitale signora, trascorre il tempo divisa casa e giardino. La sua passione per la guida è motivo di preoccupazione da parte del figlio Boolie, che decide di affiancarle un autista di colore, Hoke. Dotato di grande pazienza e comprensione nei confronti dei capricci dell’anziana signora, riuscirà con il tempo a vincere la sua diffidenza e conquistarne l’amicizia; un’amicizia che abbraccerà 25 anni di storia americana.

Commedia scritta da Alfred Uhry, per la quale vinse il premio Pulitzer, A spasso con Daisy che ha avuto una fortunata versione cinematografica nel 1989 con Morgan Freeman e Jessica Tandy, vincitore di ben 4 premi Oscar (Miglior Film, Miglior Attrice Protagonista, Trucco e Sceneggiatura Non Originale allo stesso Uhry), è un manifesto contro l’ipocrisia del mondo borghese, quello stesso che si proclama libero da pregiudizi e costrizioni, ma che si rivela indifferente e ipocrita. Un tema quindi assai contemporaneo capace di suscitare interesse anche ai nostri giorni, come testimonia l’uscita in sala del film su Martin Luther King (qui evocato attraverso alcuni suoi discorsi che fanno da colonna sonora alla commedia teatrale) Selma.

Purtroppo è la messa in scena senza inventiva, pigra, anonima a colpire negativamente, nonostante l’impegno dei protagonisti, con una nota di merito in più alla protagonista Elena Cotta, vincitrice della Coppa Volpi alla 70esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia di Venezia come Miglior Attrice nella pellicola di Emma Dante, Via Castellana Bandiera.

La commedia è costruita attraverso una successione di quadri statici che si susseguono sempre uguali tra interni ed esterni, esterni statici in giardino ed esterni mobili in auto con un trasparente sul quale vengono proiettate immagini della grande provincia americana. Uno spettacolo che per come è visivamente costruito potrebbe durare 10 minuti come 1000, senza un climax narrativo ed emotivo che possa coinvolgere empaticamente con quanto accade sul palcoscenico.

Detto questo, bisogna anche sottolineare a onor del vero, come il pubblico presente alla prima romana del Teatro Manzoni, abbia invece gradito e non poco il tutto, evidenziando come un certo tipo di teatro d’antan abbia ancora oggi i suoi estimatori…

AutoreAlfred Uhry
RegiaCarlo Alighiero
MusicheEnzo De Rosa
SceneArmando Mancini
LuciMirco Coletti
InterpretiElena Cotta, Timothy Martin, Luca Negroni
Durata105'
ProduzioneA.T.A (ATTORI-TECNICI-AUTORI) Teatro
Anno2015
Generedrammatico
Applausi del pubblicoScroscianti
In scenafino al 22 Marzo al Teatro Manzoni, Roma