WHY_ BE EXTRAORDINARY WHEN YOU CAN BE YOURSELF
Coreografie: Daniel Ezralow
Regia: Daniel Ezralow
Produzione: AGR Associati
Interpreti: Marcus Bellamy, Tyler Gilstrap, Santo Giuliano, Kristen Joseph, Irby, Roberta Miolla, Jessica Villotta, Katarzyna Skarpetowska, David Martinez, Geneva Jenkins, Bruno Centola
Anno di produzione: 2008 Genere: danza
In scena: fino al 24 febbraio Teatro Olimpico - Roma
Info: Dopo il debutto mondiale avvenuto la corsa stagione al Teatro Ventaglio Smeraldo di Milano e il grande successo di pubblico e di critica riscosso, Why be extraordinary when you can be yourself torna con una tournée di 18 settimane che a partire da Novembre 2007 vedrà i dieci ballerini di Daniel Ezralow esibirsi sui palcoscenici delle principali città italiane.

La danza, forma d’arte istintiva e ancestrale, è sempre stata lo specchio della società, del pensiero e dei comportamenti umani. La vita altro non è che lo scintillio di idee, sogni, progetti, realizzazioni, delusioni e conquiste che si affastellano nella mente. E’ da qui che nasce il nuovo progetto del coreografo Daniel Ezralow, tra i fondatori dei celebri MOMIX e ISO, che parte da questa semplice intuizione: perché essere straordinari, quando si può essere (straordinariamente) se stessi?
Viviamo in una società in cui lo straordinario diventa regola di vita, imperativo da perseguire. Ma se lo straordinario è diventato usuale, quindi ordinario, allora è proprio la normalità a diventare insolita, unica, meravigliosa. Ezralow mette in scena la follia, la gioia e il dolore che ci rendono vivi e unici, per rappresentare - attraverso la danza - le idee che si sovrappongono, le occasioni che si manifestano, le scelte che ne conseguono: la vita. I ballerini sono i primi a rappresentarsi, persone "normali" che sono riuscite ad affermare se stesse e le loro aspirazioni. Marcus Bellamy, Tyler Gilstrap, Santo Giuliano, Kristen Joseph, Irby, Roberta Miolla, Jessica Villotta, Katarzyna Skarpetowska, David Martinez, Geneva Jenkins, Bruno Centola… (quattro di loro sono allievi della scuola di Amici), artisti in cui ogni spettatore può riconoscersi, incarnando l’oggetto stesso dello spettacolo. A condurre la scena è la semplice invenzione, che senza soluzione di continuità lega i quadri che costituiscono lo spettacolo, animato dalla creatività personale dei ballerini, espressa con un’improvvisazione studiata e poi realizzata.
Insomma, l’occhio di Daniel Ezralow diviene una lente di ingrandimento. Ciò che si dimentica di guardare, perché ogni giorno sotto gli occhi, torna a essere protagonista. "Guarda. Ascolta. Pensa. Fai", ama ripetere Ezralow ai suoi ballerini. "Non nascondetevi dietro la vostra tecnica: la tecnica non è un fine, ma un mezzo per esprimere voi stessi". Da non perdere.
[emiliana palmieri]