Whale Music - La Musica delle Balene
Autore: Anthony Minghella Adattamento: Massimiliano Farau
Regia: Massimiliano Farau
Scene: Fabiana Di Marco Costumi: Shizuko Omachi
Luci: Camilla Piccioni, Sara Pascale Musica: Marco Schiavoni
Produzione: Alessandro Lendvai per Suite S.r.l.
Interpreti: Barbara Ronchi, Federica Marchettini, Gloria Gulino, Antonella Civale, Elisa di Eusanio, Patrizia Ciabatta, Silvia D'Amico, Sonia Barbadoro
Anno di produzione: 1985 Genere: commedia
In scena: al al 28 dicembre 2008 al Teatro dell'Orologio di Roma

Siamo nell'Isola di Wight, luogo natale dell'autore Anthony Minghella (Il Paziente Inglese, Il Talento di Mr Ripley), dove una studentessa universitaria ventunenne ha appena fatto ritorno. La ragazza deve portare a termine una gravidanza indesiderata e cerca conforto nelle amiche di sempre. Né la lontana famiglia né ovviamente l'ignoto padre, potranno evitarle di provare un'amara sensazione di solitudine. Nonostante ciò, Caroline (Barbara Ronchi, monoespressiva) può ritenersi fortunata perché trova chi è pronto a farle dono delle proprie esperienze, guidandola nelle scelte più importanti e nel confronto con la madre.
Pur rendendo evidente la preparazione tecnica di tutte le attrici, l'eccessiva scolasticità di intonazioni, pronuncia e dizione, rischiano di far prevalere la monotonia, non suscitando alcuna empatia nello spettatore. Nonostante le attrici siano in grado di immedesimarsi nei vizi e nelle virtù del proprio personaggio, a conti fatti gli unici toni verosimili li troviamo in Kate (Federica Marchettini) e Sheelag (Sonia Barbadoro, madre di Caroline).
Sono passati ventitré anni dalla stesura del testo, eppure la sceneggiatura è quanto mai contemporanea: vengono persino dipinte le interazioni in un microcosmo forse più eterogeneo di quanto attualmente non sia possibile trovare nella società. Ecco allora che nel gruppo di amiche si distingue, oltre che per l'interpretazione anche per la caratterizzazione, il personaggio sicuro e deciso della Marchettini (un'insegnante lesbica impegnata con una studentessa) che diventa la principale spalla della protagonista.
Meritevoli anche le scenografie: rendono vive le immagini di ambienti differenti tra loro (dall'ospedale alla spiaggia, dal salotto al viale percorso in bici) grazie a poche strutture mobili e, soprattutto, alla creatività delle attrici. Si assiste con interesse ai coreografici cambi di scena, durante i quali le silhouette femminili vengono isolate dallo sfondo e messe in risalto dall'accorta illuminazione. In armonia con le musiche, questi semplici movimenti di transizione si tramutano in una danza, svelando allo spettatore una silenziosa grazia che sarebbe stata auspicabile nei momenti di dialogo. [simone salis]