Autore
Jean Cocteau
Regia
Benoît Jacquot
Scene
Roberto Platé
Costumi
Nicoletta Ercole, Christian Gasc
Luci
Daniele Nannuzzi, Jacques Rouveyrollis
Coreografie
Musica
 
La tragicommedia di Cocteau è questa settimana di scena al Piccolo Teatro Eliseo e vede come protagonista la celeberrima Adriana Asti.
Due i monologhi in atto unico di cui la rinomata attrice si fa magistralmente interprete, La voce umana e Il bell’indifferente (scritti dal drammaturgo francese negli anni ’30-’40), l’uno ispirato dall’amore infelice dell’autore per il poeta surrealista Jean Desbordes, l’altro scritto espressamente per il suo compagno dell’epoca (l’attore Paul Meurisse) e per Edith Piaf. Il regista, Benoît Jacquot, non manca certo di coerenza nella scelta di affinacare i due testi teatrali.
Il primo è un ideale addio al proprio amato, dove il telefono si fa tanto simbolo del tramonto dell’umano vis-à-vis, quanto laico spazio di confessione, in cui cade qualsiasi pudore e si esprime l’intimità più profonda e disperata del personaggio; il secondo, invece, è più ironicamente incentrato sull’incomunicabilità umana dei sentimenti. Una solitudine diversa, quest’ultima, visto che l’uomo in questione stavolta è davvero presente in un irremovibile mutismo. Il tutto prende vita sullo sfondo di una scenografia scemplice ma di stile: una camera con un letto, una lampada e un semplice tavolino affiancato da una poltroncina, dove l’attrice inizia il suo monologo al telefono che, all’occorenza, trascina con sé nei suoi vari spostamenti.
Così anche per la seconda pièce, dove vengono mantenuti gli stessi arredi ma disposti in maniera differente durante un rapido cambio scena a sipario aperto. Le luci, più soffuse nella prima parte, più calde e diffuse nella seconda, contribuiscono a ricreare una dimensione raccolta e intima, particolarmente in linea con lo stile borghese delle due opere. Tecnicamente ineccepibile la Asti, che dimostra fin da subito un azzeccatissimo physique du role e uno humour irripetibile nell’affrontare la tragicità delle relazioni e nel confessare senza pietà tutte le nostre più segrete nevrosi. Uno stile d’altri tempi, il suo, ancora in grado di evocare quel teatro colto e di livello oggi tanto difficile da rivedere sulla scena.
Ciò nonostante, il primo monologo risulta difficile da seguire per un’evidente mancanza di ritmo e non galvanizza poiché faticosamente monocorde. Più efficace l’interpretazione de Il bell’indifferente, che mette invece in evidenza il brio garbato dell’attrice e la sua naturale vis comica, forse agevolata dalla presenza fisica del suo silenzioso interlocutore (Mauro Conte). Una struttura d’insieme efficace, insomma, ma lo spettacolo non emoziona. Nonostante gli ottimi presupposti, la sua tragica compostezza manca di quella passione capace di attraversarci e farci sentire parte di questo piccolo dramma dell’esistenza.
[benedetta corà]
Interpreti
Adriana Asti, Mauro Conte
Produzione
Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Spoleto56 Festival dei 2Mondi con la collaborazione di Mittelfest 2013
In scena
fino al 3 Novembre 2013 Piccolo Teatro Eliseo | Roma
Anno
2013
Genere
drammatico