Vita, morti e miracoli del 1799
Autore: Alfonso Sessa Adattamento:
Regia: Duccio Camerini
Scene: -------------------------------- Costumi: -----------------------
Musica: ------------------------------
Luci: -------------------------------
Produzione: Casa dei racconti in collaborazione con Cubatea
Interpreti: Alfonso Sessa
Anno di produzione: 2009 Genere: monologo
In scena: fino al 10 maggio al Teatro Dell'Orologio - Sala Artaud | Via de’Filippini 17/A Roma Tel. 06 6875550 |

‘A“munnezza” di Napoli ai tempi dei giacobini - ovvero la storia di Napoli vista con il cannocchiale.
L’idea dello spettacolo è interessante e originale: partire dalla vita quotidiana di personaggi popolari napoletani, per ricostruire i fatti storici avvenuti nel 1799 ai tempi della Repubblica partenopea. Personaggi dell’intellighenzia napoletana come Eleonora Pimentel che parteggia per i giacobini e i “lazzari”, o straccioni del popolo che sostengono Re Ferdinando IV di Borbone, si mescolano alla storia di due fratelli del popolo, Luciano e Salvatore, tragicamente travolti dalla storia nell’epilogo finale.
Sacro e profano, comico e tragico s’incontrano. Il testo di Alfonso Sessa è ben scritto, con frasi da ricordare come “L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene”, o “le parole a volte non bastano per spiegare, devono essere quelle giuste”. Tuttavia, l’adattamento teatrale a volte stenta, manca di accento e pause proprio su quelle frasi “poetiche” che meriterebbero una riflessione maggiore dell’attore Sessa, impegnato nel difficile compito di raccontare la storia e interpretare i monologhi dei vari personaggi. Forse occorrerebbero due attori in scena, uno che racconta e un altro che interpreta i personaggi, in modo da dare più ritmo alla storia che, seppur non abbia cali di tensione, a volte sembra avere un tono omogeneo. Il rischio è che per troppa rapidità sfugga il finale, bello e tragico. L’attore si dà al pubblico generosamente, con un tono tra il disincantato, il rassegnato e l’ironico ricordando a tratti lo stile di Massimo Troisi, che va modellato dall’esperienza. Originale, a tratti comico, acerbo.
[deborah ferrucci]