Unghie
Autore: primo studio di Marco Calvani
Regia: Marco Calvani
Scene: Francesco Mari Costumi: Raffaele Rivi
Luci: Emiliano Pona Musica: Diego Buongiorno
Produzione:
Interpreti: Monica Scattini
Anno di produzione: 2010 Genere: drammatico

Unghie laccate di rosso. Parrucche ordinatamente disposte come in vetrina. Tacchi alti e un’alta piramide di scatole. Tutte uguali, o quasi. Un cellulare che squilla in continuazione. Un citofono che suona a intervalli regolari. Un orologio che segna le sei del mattino. La disperazione di una donna entra in scena. Un andirivieni stanco ma nervoso. Il rituale della preghiera recitata come una litania, a memoria, senza espressione, quasi come se fosse un pensiero da levarsi di torno. Monica Scattini fa sua la vita di Kim, se ne impadronisce per poi regalarle autonomia.
Un testo, quello di Marco Calvani, che è un abbozzo appunto, uno studio e che dello studio ha tutte le caratteristiche. Kim è un trans, lo si capisce subito dall’eccesso dei vestiti, delle parrucche, del trucco. Dalle telefonate ricevute e dalla disperazione di quelle fatte. Il pathos cresce col crescere dell’angoscia della protagonista.
L’ultimo spettacolo della rassegna di teatro omosessuale “Garofano Verde” accende una piccola luce sul mondo dei transessuali. È solo un momento, un breve istante in cui la realtà solitaria e spesso sofferente di questi esseri umani riaffiora dal buio in cui fatti di cronaca e pregiudizi l’hanno relegata. I gesti nervosi, le richieste di affetto, i deliri della coca si mescolano ai cambi di parrucca, alla voce roca e all’inquietante presenza di un rasoio sporco di sangue. Una donna che non è ancora completamente donna. Un uomo che sa di essere donna, da sempre, e che da sempre odia l’uomo e ciò che di lui è fisicamente il tratto distintivo. Drammaticamente. Due identità allo specchio, ciascuna rivendica la propria egemonia fino al finale, quasi a sorpresa. Giù le scatole e giù anche il rasoio. Amen.
[patrizia vitrugno]