L'ultima recita di Salomè
Autore: Oscar Wilde
Regia: Ferdinando Bruni, Francesco Frongia
Scene: Costumi:
Luci: Nando Frigerio Suono:
Produzione: Teatridithalia
Interpreti: Ferdinando Bruni, Enzo Curcurù, Alejandro Brunii
Anno di produzione: 2010 Genere: dramma
In scena: in turnè

Liberamente ispirato alla "Salomè" di Oscar Wilde, lo spettacolo in scena al teatro Valle apre la rassegna dedicata all'Elfo Teatridithalia dall'1 al 20 febbraio. La compagnia milanese, guidata da Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, di cui fece parte anche Gabriele Salvatores, dai primi anni Settanta ad oggi ha condotto un vero percorso di sperimentazione, volto non solo alla riscoperta dell'essenza del teatro e al lavoro sulla drammaturgia contemporanea ma anche alla formazione ed educazione di un nuovo pubblico, capace di cogliere gli input che il teatro stesso vuol dare. Significativa del loro modo di essere la citazione scelta di Ingmar Bergman: "Il teatro dovrebbe essere soltanto un incontro tra esseri umani. Tutto il resto serve solo a confondere".

"La Salomè", testo poco rappresentato in Italia e probabilmente all'eposa dedicato alla grande attrice Sara Bernhardt, è lo spunto per reinterpretare una versione originale di un lavoro ricco di spunti lirici, esotici e orientaleggianti. Cosi appare all'interno di alcune scene la figura di Wilde stesso: una sorta di teatro nel teatro, che interviene in momenti intensi, facendo quasi coincidere il personaggio di Erode con quello dello scrittore. La scelta registica e drammaturgica punta su una versione tutta al maschile, ridotta a tre personaggi, conservando però l'universo femminile e la sensualità "noir" che l'autore aveva voluto raccontare. Spettacolo dissacrante e di forte impatto, nello stile ormai consolidato della tradizione del gruppo milanese, filtrato da immagini proiettate che rimandano al mondo del circo e alle musiche che lo caratterizzano, mette al centro dell'azione un Erode dissoluto e annoiato, un'Erodiade che sembra una "cocotte" dei locali parigini e una Salomè intrigante e disinibita, irraggiungibile, dalle movenze lunari e misteriose.

Bravi tutti gli interpreti, su tutti spicca Ferdinando Bruni che passa sapientemente da Iocanan ad Erode a Wilde con una recitazione che porta simbolicamente, con i gesti e l'utilizzo della voce, i personaggi a divenire archetipi e maschere amare dell'umanità. Adeguate le luci e i costumi in stile "en travestì". [annalisa picconi]