Tutto quello che le donne (non) dicono
Autore: Francesca Reggiani, Valter Lupo, Gianluca Giugliarelli Adattamento:
Regia: Walter Lupo, Francesca Reggiani
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Produzione: ITS Italia
Interpreti: Francesca Reggiani
Anno di produzione: 2009 Genere: monologo

In scena: fino al 29 novembre al teatro Sala Umberto di Roma

E’ brava Francesca Reggiani. Porta il ritmo e la spontaneità della televisione in teatro con sapienza e moderazione.
Politica, costumi sociali, imitazioni dei personaggi famosi - esilarante quella di Patty Pravo - collegamenti televisivi, che ricordano le trasmissioni di Serena Dandini “Avanzi” e “Tunnel” e forse un po’ Sabina Guzzanti, ma con più leggerezza. La Reggiani riabilita i programmi televisivi della De Filippi definendoli “educativi”, perché vedendoli i vecchi sperano di morire presto per non vedere più i tronisti e i giovani notano come si diventa ignoranti a non studiare. L’universo femminile viene analizzato con minuzia: il tempo che passa, la velina, la ragazza russa che passa l’aspirapolvere con in reggicalze, che non urla ed è sempre… “aperte”, che insegna alla donna italiana come tenersi un uomo dopo “sessanta anni di matrimonio”. Un marito italiano che ha la polvere sulla canottiera, tanto “polvere siamo e polvere torneremo”. Separazioni, donne di 45 anni che come grappoli rincorrono l’uomo giusto - al posto giusto - nel momento giusto, perché l’autonomia è bella, ma c’è anche tanta solitudine.
I temi vengono attraversati con leggerezza da una mattatrice che non esagera mai i toni, a volte strizza l’occhio alla battuta facile, conversa amabilmente con il pubblico, richiama tutti ad un senso civico fantasma, evocando la responsabilità individuale dell’italiano medio, ossessionato dall’abusivismo edilizio che trasforma “una lettiera del gatto in un bed&breakfast a tre piani”. E soprattutto la Reggiani si affida ad un testo ben scritto, ad una regia lieve, evitando così l’errore di molti comici, di ripetere a teatro gli sketch televisivi. Sane risate, battute che si ricordano e che fanno riflettere.
Uno spettacolo godibilissimo. [deborah ferrucci]