Te lo dò io Pasquino
Autore: Prospero Richelmy Adattamento:
Regia: Walter Croce Scene: Massimiliano Degli Abbati
Luci: Franco A. Ferrari Costumi: Silvia Frattolillo e Chiara Ferrantini
Musica: Antonio Giampaoli Coreografie: Claudia Scimonelli
Produzione: CCS
Interpreti: Riccardo “Galopeira” Angelini, Anna Jimskaja, Nadia Rinaldi, Giorgio Gobbi, Stefano Ambrogi, Veronica Corsi, Antonello Morrone, Massimo di Vincenzo, Marione Corsi, Gianna Carlotta
Anno di produzione: ----------- Genere: commedia musicale
In scena: dal 24 settembre al 2 ottobre al Teatro Ghione di Roma | Via delle Fornaci, 37 | tel. 06.6372294 - fax 06.6390578 | info@teatroghione.it |

Roma, Piazza Pasquino. All’interno di questa ambientazione, essenziale ma funzionale, ruotano le vite dei protagonisti dello spettacolo “Te lo dò io Pasquino”, presentato al Teatro Greco. Pasquino è la più celebre statua parlante di Roma, divenuta figura caratteristica della città fra il secolo XVI ed il XIX. All’epoca ai piedi della statua, o al collo, si appendevano nottetempo fogli con testi di satira in versi, per colpire i personaggi pubblici più importanti, papi compresi. Ebbene, nel 2008 per Pasquino (la voce è di Marione Corsi) che compie cinquecento anni, è giunto il momento di parlare, di incarnarsi per 24 ore nel corpo di un uomo (Riccardo “Galopeira” Angelini), per potersi esprimere con tutta la sua forza: “Per un giorno posso dire quello che me pare”. Gli viene perciò concesso di interagire con i frequentatori della piazza, condividerne i pensieri, i desideri, senza dimenticare di stimolarli e stuzzicarli, utilizzando il linguaggio tagliente e simpatico che gli appartiene.
Durante le due ore e mezza di spettacolo - da un’idea di Antonio Giampaoli, che ha composto anche le musiche -, lo spettatore in sala (in gran parte tifoso romanista, seguace di Galopeira e Marione) si gode canzoni e dialoghi in romanesco, la spensieratezza mischiata alla tagliente polemica in perfetto stile Pasquino, nella commedia musicale scritta da Prospero Richelmy. Il cast è ricco e affiatato: c’è il cantastorie misogino Riccardo Galopeira Angelini; la prostituta russa, in patria ingegnere, Anna Jimskaya (protagonista del film di Tinto Brass “Monamour”); il portiere confusionario Massimo di Vincenzo; il truffatore Stefano Ambrogi (presente nel terzo episodio di “Grande, grosso e Verdone”); la suora Nadia Rinaldi (sostituita egregiamente da Gianna Carlotta, cantante dei Pandemonium e attrice di teatro); il timido proprietario del bar della piazza Giorgio Gobbi (emozionante la personale citazione-interpretazione di Alberto Sordi), perdutamente innamorato della giovane Veronica Corsi. Per non parlare del protettore Antonello Morroni, davvero credibile nel suo accento russo. Uno spettacolo leggero, pieno di riferimenti all’attualità sportiva e intervallato da canzoni orecchiabili e coreografie semplici. L’unica pecca imputabile alla commedia musicale è troppa auto-referenzialità. Il motto finale è da ricordare: “L’amore è la vera rivoluzione”.
[valentina venturi]