Sola me ne vo
Autore: Vincenzo Cerami, Riccardo Cassini, Mariangela Melato, Giampiero Solari
Regia: Giampiero Solari
Scene: Marcello Jazzetti
Luci: Marcello Jazzetti
Musica: Leonardo De Amicis
Costumi: Francesca Schiavon
Produzione: Ballandi Entertainment
Interpreti: Mariangela Melato Corpo di ballo: Francesco Saracino, Stefano Benedetti, Tony B., David Cipolleschi, Antonio Fiore, Paolo Sabatini
Anno di produzione: 2007 Genere: musicale
In scena: al Teatro Sistina fino al 25 novembre 2007

Sola. Quando balla sulle note ritmate di un tip tap, quando si concede al flusso dei ricordi, quando canta. Mariangela Melato ha debuttato martedì 30 ottobre a Roma in un Sistina che ha accolto calorosamente i suoi amici e il suo pubblico. Un teatro magico anche nei ricordi dell’attrice che lo descrive come la sua “casa romana”. Uno spettacolo che mette a nudo la sua anima e che svela tratti nascosti di un’artista impegnata.

Emozione: è questo il filo conduttore dello show scritto a otto mani dalla stessa Melato con Vincenzo Cerami, Riccardo Cassini e il regista Giampiero Solari. Ma non ci sono etichette per questo spettacolo: è un po’ la cartina di tornasole di se stessa, la sua stessa maschera, ma calata. Per lei è un genere completamente nuovo, insolito: un po’ “One Lady Show”, un po’ musical, un po’ monologo. In “Sola me ne vo” la Melato racconta con ironia la sua “solitudine”, il suo personalissimo modo di porsi davanti alla vita. Chiacchiera col pubblico, lo fa sorridere rivelando le sue debolezze, i suoi sogni. “Noi attori siamo spiriti e ci sciogliamo nell’aria lieve, leggera... Siamo fatti della stessa materia dei sogni e la nostra vita è breve come l’attimo di un sonno”.

Accompagnata da sei strepitosi ballerini, danza leggera sulle coreografie di Luca Tommassini, eccellente nel sottolineare la musicalità dell’artista, notevole anche come “prima ballerina”. Intreccia carriera e famiglia, amori e scritture, fra cabaret e rivista, indossando ora larghi pantaloni da lavoro, ora una bombetta di lustrini e bastone, ora uno smoking. E la sua storia è condita dalle canzoni che la rappresentano, accompagnata al piano da Lorenzo Capelli e da un'orchestra registrata che si “esibisce” in un filmato: dalla celebre “In cerca di te” del 1936 e il cui ritornello dà il titolo allo spettacolo, al “Mackie Messer” di Brecht/Veil fino a “Vita spericolata” di Vasco Rossi e ad una canzone scritta per l’occasione da Cerami.

È lei a 360°: donna e attrice, l’una inesistente senza l’altra: “... Ogni volta che sono su questo palco mi accorgo che sono fatta di teatro, che la mia casa, la mia sostanza è il teatro... Il mio tempo è il tempo del teatro, un tempo senza tempo, e quel tempo lo determino io; un fiume che mi travolge e quel fiume sono io; una tigre che mi strazia e quella tigre sono io; un fuoco che mi consuma e quel fuoco sono io”. [patrizia vitrugno]