Senso


Anno
2006

Genere
monologo

In scena
-

Autore
Gianni Guardigli, liberamente ispirato alla novella di Camillo Boito
Regia
Francesco Branchetti
Scene
Cristiano Pallotto
Costumi
Cristiano Pallotto
Musica
Pino Cangialosi
Interpreti
Isabella Giannone
Produzione
Ass. Cult. Foxtrot Golf

 

È ambientato nella Seconda guerra mondiale l’adattamento teatrale della novella di Camillo Boito “Senso”, che narra il dramma d’amore della contessa Livia Serpieri (Isabella Giannone) per il «tenentino» del terzo Reich, Remo.

Il tema centrale dello spettacolo è attuale, stimolante e spinoso: una donna quando afferma con decisione di voler essere libera e indipendente, può rinunciare all’amore per interesse e sposare un uomo più anziano, ma firma la sua condanna a morte. Comincia qui il countdown, nell’attesa che l’amore trovi quella donna, la colpisca, la ferisca, la schiavizzi fino a renderla ossessionata da un uomo qualsiasi, anche senza qualità. Basta che la guardi con interesse. Già, l’interesse. Ed ecco che spuntano spese improvvise, sfortune indicibili, soldi da chiedere in prestito all’amante ricca. Il contrappasso della contessa Serpieri è innamorarsi di un uomo più giovane che non l’amerà mai, che la tradirà con donne del popolo, con cui si burlerà di lei. Tradimento e derisione di lui, vendetta mortale di lei che lo consegna ai soldati come traditore del Reich: la spirale dell’assenza di amore si conclude, la passione esige un sacrificio.

Il testo, a tratti convincente, con lo sfondo storico modificato rispetto all’originale non si inserisce bene nella trama. La Giannone si impegna, ma incontra delle difficoltà nel calarsi nel personaggio: lo vive in solitudine, lontana dal pubblico, si aggrappa agli oggetti presenti in scena invece che a se stessa, non trova la motivazione interiore della contessa, sembra non crederci, non si abbandona, non si mette in gioco nel profondo… Un pregio – involontario – c’è: lo spettacolo dimostra che l’ossessione amorosa nasce dalla mancanza d’amore, sentita in modo struggente da una parte (la contessa), dinamica relazionale avviata da una bugia d’amore, dall’altra parte (il tenentino). [deborah ferrucci]