Autore
Mario Prosperi
Regia
Mario Prosperi
Scene
Valerio di Filippo
Costumi
Helga Williams
Luci
Valerio di Filippo
Coreografie
Musica
 Iris Walther
L’ultimo lavoro di Mario Prosperi “Rimetti a noi i nostri debiti” è la tragedia degli ultimi: coloro che perdono il lavoro, la casa, la famiglia e che oberati dai debiti scelgono di diventare invisibili, cambiando identità, confondendosi tra i nomadi. Tutte le certezze perdute e il nomadismo come unica condizione di vita possibile.

Rimetti a noi i nostri debiti” è la storia di Anastasio (Prosperi) che trova una dimensione tragicomica nel lasciarsi la vita “normale” alle spalle. Abbandona una casa, un lavoro e la moglie Melania (Rossella Or) per sposare (da bigamo) la zingara Sara (Paola Pace) e vivere con lei in una roulotte, facendo il clown in luoghi imprecisati. Melania sposa il poliziotto (Roberto Zorzut) che l’arresta e dopo varie vicissitudini, si ritrovano tutti insieme appassionatamente in un campo (né nomade, né di concentramento) bevendo, scherzando e filosofeggiando.

La storia segue due filoni: quello quotidiano, ovvero il dramma della crisi attuale e l’impatto sull’uomo qualunque e l’altro di ampio respiro, universale, verso il significato profondo del senso biblico della “remissione dei debiti”: chi non perdona, chi non rimette i debiti è colpito dalla violenza della folla, nel caso specifico è il poliziotto. In questa guerra tra poveri non ci sono né vincitori né vinti, tra chi crede di applicare fermamente le regole e chi le subisce.

Sembra che Prosperi tenti la strada del dilemma libertà/regole, prediligendo la prima. Le regole sono espresse sulla scena da un campo di concentramento, recintato da un filo spinato, con un poliziotto felice di essere un ferreo esecutore. E’ proprio così semplice? Forse no, ma l’idea è interessante, attuale e i due piani, reale e metaforico-spirituale funzionano, come il contrasto recitativo tra gli interpreti. Rossella Or è una Melania eterea, un personaggio alla Tennessee Williams con una recitazione sussurrata, echeggiata, quasi da attrice di altri tempi: è così vera, così personale, attrice nel senso migliore del termine. Paola Pace, la zingara, è definita, precisa, divertente, saggia, autentica. Gli interpreti maschili (Prosperi e Zorzut) sono un po’ meno convincenti, abbozzati, meno rifiniti, ma l’impronta c’è. Un po’ di pulizia tra testo e resa scenografica e lo spettacolo diventerà intenso e forte. [deborah ferrucci]

Interpreti
Rossella Or, Paola Pace, Mario Prosperi, Roberto Zorzut
Produzione
Onlus Arte Musica Solidarietà
In scena
fino al 22 dicembre 2013 al Teatro La Sala Uno
Anno
2013
Genere
tragedia