Peppino, quante belle risate


Anno
2012

Genere
comico

In scena
fino al 27 febbraio
Teatro Parioli - Peppino De Filippo
| Roma

Autore
Peppino De Filippo
Regia
Luigi De Filippo
Interpreti
Luigi De Filippo
Produzione
Compagnia di Teatro Luigi De Filippo
Compagnia
I DUE DELLA CITTÀ DEL SOLE SRL

 

“Contro il libero arbitrio”. Potrebbe essere questo il titolo con cui ricondurre i due atti unici di Luigi De Filippo “Quale Onore” e “Cupido scherza e spazza”, in scena al teatro Parioli Peppino de Filippo di Roma con il nome “Peppino, quante belle risate”.

In “Quale onore” un modesto impiegato, sperando in un avanzamento, invita a cena a casa il direttore. Un vicino invadente gli fa credere che l’abitazione sia troppo modesta per ricevere una tale personalità. In pochi minuti gli trasforma la casa, rendendola più ricca e sontuosa. Ma tali esagerazioni suscitano il sospetto del direttore, che ordina una severa inchiesta ed il licenziamento del povero impiegato.

Cupido scherza e spazza”, nella Napoli del 1950 un modesto netturbino trova un portafoglio con una somma considerevole e, in uno slancio d’onestà, lo restituisce al proprietario che l’aveva smarrito. Ma il suo lodevole comportamento non è ripagato dal destino. Il dramma si annida fra le mura domestiche: la moglie lo tradisce col suo migliore amico.

Tra un atto e l'altro la figura del Caso si presenta al pubblico in forma di rima, presentandosi come il deus ex machina degli eventi che governano il mondo e l'uomo come burattino che lo anima, quando le conseguenze vanno oltre le nostre intenzioni. Capita spesso ma sbattuta in faccia, seppur sotto forma di commedia e risate, fa un certo effetto. Quello comico è assicurato dal colore, dal calore e dalla vita che Peppino de Filippo sa rendere sulla pagina scritta ed il figlio Luigi sul palcoscenico attorniato da uno stuolo di giovani attori, che si faranno. Ciò nonostante, non tutto fila liscio. La tendenza di alcuni protagonisti ad esagerare fa perdere quella naturale simpatia che si prova davanti ad un pezzo così importante della storia del teatro. L'arte della sottrazione non è ancora presente, ma la comicità è un equilibrio chimico non immediato che richiede tempi giusti, ritmi sostenuti ed interazione equilibrata che in “Peppino, quante belle risate” non sempre si verifica. In altre parole non sempre le ciambelle riescono con il buco.
[fabio melandri]