Niente sesso, siamo inglesi
Autore: Anthony Marriot & Alistair Foot
Adattamento: Gianfelice Imparato Traduzione: Marzia Lea Pacella
Regia: Renato Giordano
Scene e costumi: Aldo Buti Musiche originali: Pericle Odierna
Produzione:Emilia Romagna Teatro Fondazione, Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bolognae
Interpreti: Gianfelice Imparato, Valerio Santoro, Loredana Giordano, Luigi Montini e con la partecipazione di Paola Quattrini
Anno di produzione: 2007 Genere: commedia
In scena: al Teatro sala Umberto fino al 9 marzo 2008, martedì, giovedì, venerdì ore 21, mercoledì ore 18.30, sabato ore 17 e 21, domenica ore 17.30; lunedì riposo.

Lo scorso 19 febbraio al Teatro Sala Umberto di Roma ha debuttato la commedia Niente sesso siamo inglesi. Lo spettacolo vanta un record mondiale: ben 6761 rappresentazioni consecutive a Londra. Nella capitale italiana resterà per quasi tre settimane – fino al 9 marzo –, ma della macchina comica originale resta purtroppo ben poco. La scena si apre su un appartamento in cui campeggia il “cupolone”: in questa cornice uno stimato direttore di banca appena rientrato dalla luna di miele, riceve un pacco pieno di oggetti pornografici. Il caso innesca una serie di fraintendimenti, equivoci ed errori che coinvolge, a partire dalla famiglia del protagonista, l’intera piccola comunità urbana.
La trama, nota ai più dato il successo delle passate edizioni firmate dalla compagnia Garinei e Giovannini, è piuttosto semplice, quasi elementare: “Uno sbaglio mette in moto - riprendendo le parole del regista Renato Giordano- un’inarrestabile catena di scatole cinesi che si aprono e si chiudono a discapito degli inconsapevoli protagonisti”.
Il regista schiera attori che, presi singolarmente, potrebbero dar vita a uno spettacolo davvero esilarante, degno dei successi raccolti in passato. Basti pensare a interpreti navigati quali Paola Quattrini, Luigi Montini e Gianfelice Imparato. Quello che emerge, però, da questa versione, tradotta da Marzia Lea Pacella e adattata dallo stesso Imparato, è un difetto di coinvolgimento. Non significa scarso coinvolgimento del pubblico, ma proprio di poco collante tra gli stessi attori. Il gruppo è poco affiatato – notevole e palpabile lo scarto recitativo tra la coppia di sposi (interpretati da Valerio Santoro e Loredana Giordano) e i mestieranti citati in precedenza –, causando lo scadimento della stessa commedia in una rappresentazione che si ferma ai livelli amatoriali, tipici degli spettacoli presentati nei lunghi pomeriggi parrocchiali.
Sebbene il testo abbia la forza di una commedia brillante, grazie a serrati scambi di battute, campanelli che suonano in continuazione, porte che si aprono e si chiudono, e in cui non sono previsti tempi morti, in questo caso l’allestimento risulta a tratti caotico o all’opposto “scontato”. La linearità della trama, che si regge sulla ricerca continua di comicità, non è stata sufficientemente sfruttata e la stessa scenografia, abbastanza piatta e che nulla lascia all’immaginazione, segna un ulteriore punto a svantaggio. Una risata – purché sia intelligente però – di questi tempi è merce rara: questo spettacolo poteva regalarne molte. Ne ha purtroppo rubate troppo poche.
[patrizia vitrugno]