Lovesong
Autore: John Kolvenbach Adattamento: Alessio Mosca
Regia: Alessio Mosca
Scene: Antonio Del Pizzo Costumi: Camilla Alibrandi
Musica: Andrea Gentili Luci: Luisa Monnet
Produzione: Officine di cotone
Interpreti: Antonietta de Lorenzo, Enrico Barbieri, Davide Nebbia, Enrica Nizi
Anno di produzione: 2009 Genere: commedia
In scena: fino al 25 gennaio al Teatro Agorà, Via della Penitenza 33, Roma

Lovesong di John Kolvenbach, autore contemporaneo, debutta in Italia al teatro Agorà, martedì 13 gennaio 2009. L’idea nasce in seno ad Officine di cotone, un’associazione culturale di giovani professionisti del teatro, nata per dare vita a progetti culturali di alto livello.
Il testo narra la storia del giovane Beane, diverso dagli altri e volontariamente isolato dal resto del mondo. La solitudine e la diversità nella società contemporanea sono tematiche che Kolvenbach affronta in questo lavoro, velando la storia di una sottile e profonda malinconia.
Beane si distingue dai suoi coetanei in primo luogo perché non conduce una vita come gli altri: talvolta non si cambia gli abiti per giorni ed è abituato ad usare solo tazza e cucchiaio per mangiare. La sorella Joan cerca di scuoterlo dalla sua immobilità ed è forse l’unica, che, aiutata goffamente dal marito Harry, riesce a volte ad entrare nel mondo del ragazzo, ma solo a tratti. L’unica che piomba come una ladra (di nome e di fatto), nella vita di Beane è Molly, che per la prima volta permette al ragazzo di provare le gioie dell’innamoramento.
Ma chi è veramente Molly?
La commedia di Kolvenbach lascia in sospeso lo spettatore fino alla risoluzione finale. Interessante la regia di Alessio Mosca, sensibile e profonda, di vaga ispirazione brookiana, che grazie all’uso delle luci e dei chiaro scuri divide lo spazio, creando immagini speculari interessanti, come anche la disposizione degli elementi scenografici. Pur apprezzando l’impegno e l’energia sono evidenti molte acerbità in Enrica Nizi e Davide Nebbia che interpretano i giovani Beane e Molly; più solida la prestazione svolta da Antonietta de Lorenzo ed Enrico Barbieri nei panni di Joan ed Harry.
Nel complesso l’operazione culturale è degna di attenzione, anche se necessiterebbe di un più attento lavoro di traduzione e una limatura precisa nella costruzione dei personaggi. [annalisa picconi]


   
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