Lezioni americane
Autore: Italo Calvino Adattamento:
Regia: Orlando Forioso
Scene: Fabiana Di Marco Costumi: Graziella Pera
Musica: Gregorio Mario Modestini
Dipinti: Franco Bonetti
Produzione: Roma Spettacoli s.r.l. con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri
Interpreti: Giorgio Albertazzi, Roberta Caronia; Violoncello: Rossella Zampiron
Anno di produzione: 2009 Genere:
In scena: fino al 5 Aprile al Teatro Ghione di Roma

Un dialogo tra letteratura, teatro, video e musica. La leggerezza dentro le Lezioni americane di Italo Calvino prende forma nell’affabulazione di Giorgio Albertazzi in scena al Teatro Ghione di Roma fino al 5 aprile. Il grande attore scandisce passo passo la prima delle sei lezioni (Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, Consistenza, le restanti cinque) che lo scrittore avrebbe dovuto tenere per le “Charles Eliot Norton Poetry Lectures” della Harvard University.
La simbiosi che si crea tra l’attore e lo scrittore è totale. Partendo da Perseo, Albertazzi racconta Calvino e lo fa insinuandosi nel mito con Ovidio, passando quindi a Lucrezio, per poi dirigersi verso Cavalcanti e Dante.
Quando approda a “La pioggia nel pineto” di D’Annunzio, emerge tutta l’esperienza e l’arte del maestro, che non si risparmia e regala un’interpretazione da brivido. Calvino/Albertazzi passa anche per Cervantes, arrivando all’Amleto di Shakespeare. Qui il fiato è nuovamente mozzato dalla rivisitazione del monologo del Principe di Danimarca, arricchito dall’arte della leggerezza.
L’attore, pur seguendo fedelmente il testo, immagina di colloquiare con un’ipotetica allieva-giornalista, interpretata dalla giovane Roberta Caronia. Le domande e i dubbi che la ragazza pone al maestro, permettono alla leggerezza di permeare la costruzione stessa dello spettacolo, dando agilità a tutta la narrazione. Il suo occhio-telecamera insegue il “Conferenziere”, filmandolo insieme ai suoi appunti, agli schizzi, ai quadri e ai libri che si amalgamano con la proiezione di frammenti di filmati della memoria teatrale di Albertazzi. Di grande suggestione anche l’accompagnamento del violoncello di Rossella Zampiron che si insinua tra le parole del maestro, rendendo il tutto ancora più etereo e leggero.
La sintesi perfetta tra teatro e letteratura, fusione affascinante che lo spettacolo-conferenza ha il pregio e il privilegio di regalare ad un pubblico entusiasta. [patrizia vitrugno]