Autore
Cynthia Storari Vatteroni
Regia
Solimano Pontarollo
Scene
Video
Paola Compostella
Luci
Martin Palma
Coreografie
Musica
 
Le segreterie di Giulietta rispondono sempre, scrivono a qualsiasi ora del giorno, hanno una parola per tutti e una soluzione per ogni problema. E non importa se vi trovate in Cina o sulle Ande, in Antartide o in Texas: la posta di Giulietta arriva e riparte da ormai quarant’anni. Quella che ci racconta Cynthia Storari in “Lettere d’amore scritte a mano” è un’idea bizzarra oltre che vita reale.
Nata per celebrare l’anniversario della fondazione del “Club di Giulietta” a Verona, la pièce è il racconto insolito di come due coniugi, interpretati da Marta Meneghetti e Solimano Pontarollo, si ritrovino ad allestire una mostra per l’evento. La scena si compone con la descrizione delle persone esistite attorno al Club: le lettere scritte negli anni Sessanta e le testimonianze di chi dal Vietnam ha pensato a Giulietta prima di morire. Quasi una relazione surreale, in cui il testo si costruisce con la corrispondenza epistolare autentica e i brani di Lord Byron, Alessandro Baricco e Fiamma Satta.

Il busto bronzeo di William Shakespeare, le centinaia di letterine colorate e una deliziosa cassetta rossa della posta: ecco gli oggetti veri prestati alla scena. Oltre alla vita sentimentale di chi ha imbucato le lettere, nel testo si percepisce la passione per il drammaturgo inglese che l’autrice ha coltivato fin da piccola. Nelle lettere della gente e nella stessa Storari, c’è il desiderio di guarire da qualcosa, che sia dalle pene d’amore o dal male di vivere: rivolgendosi a un personaggio immaginario si viene confortati, si è salvi, come colei che la salvezza l’ha rintracciata nei pentametri giambici della poesia inglese.

Ma il teatro dov’è? In Giulietta, personaggio consacrato come figura mitizzata dai poteri demiurgici? Nel busto di bronzo del caro vecchio William? Nella proiezione cinematografica del film di Franco Zeffirelli? Più simile ad una promozione del Circolo veronese che a una rappresentazione scenica vera e propria, il teatro si avverte a tratti. Negli attori che hanno imparato un copione alla perfezione, nell’idea innovativa del testo che doveva forse osare di più con i personaggi e nei cambi luce che accendono e spengono il tempo drammatico. I due interpreti ricalcano bene i ruoli assegnati, nonostante la debolezza drammaturgica. La loro è la naturale narrazione dello sviluppo del fenomeno “Club Giulietta”, attorno al quale si è costruito tanto fascino ma poco spettacolo. [serena giorgi]

Interpreti
Marta Meneghetti, Solimano Pontarollo
Produzione
In scena
fino al 3 novembre al Teatro dell'Orologio | Roma
Anno
2013
Genere
commedia