Autore
Fedor Dostoevskij
Regia
Alberto Oliva, Mino Manni
Scene
Alberto Oliva, Mino Manni
Costumi
Marco Ferrara
Luci
Alessandro Tinelli
Coreografie
Musica
 

Ivan e il diavolo” è una personale riscrittura di uno dei capitoli de “I fratelli Karamazov” di Fedor Dostoevskij che Alberto Oliva, giovane regista (in questo spettacolo anche attore) e Mino Manni hanno sviscerato.

L’inquietudine regna sul palco. C’è uno sgabello basso al centro della scena, una sola luce ad illuminarlo, uno specchio quadrato sopra un gabinetto logoro, sudicio, a rappresentare la parte più infima dell’io. E seduto di spalle Ivan (Alberto Oliva), esile nella riflessione sulla doppiezza dell’animo umano, sulla capacità dell’uomo di creare sofferenza e ossessionato dal bisogno di trovare delle risposte. Ecco allora che sbuca il diavolo (Mino Manni), o la parte malvagia dell’istinto umano: il lato sporco ma vestito di bianco per contrastarne la vera identità e confondere ancora di più il povero Ivan, che vacilla tra allucinazione e realtà.

Il testo si focalizza sul tema dell’ingiustizia del mondo, prendendo come esempio alcuni fatti della storia contemporanea, in cui le vittime innocenti sono i bambini. Per raggiungere l’«armonia superiore» - ovvero Dio -, l’umanità passa attraverso lo scontro tra bene e male, facce della stessa medaglia, protagonisti complementari. Una dualità, una mutua dipendenza fra queste forze spiega come il male e la sofferenza siano assolutamente necessari, prima alla concezione e poi all’attuazione del bene. È questo il passaggio che Ivan non riesce ad accettare e per il quale si scontra col diavolo. Per lui il fine non giustifica i mezzi.

Lo spettacolo centra la poetica dostoevskiana sulla ricerca trascendentale della verità religiosa, la volontà di avvicinarsi a Dio e la bestialità dell’uomo ma tralascia la tensione fra i personaggi, che sembrano vivere passivamente i propri conflitti. Nella rilettura registica di Oliva la debolezza risiede nel grande divario recitativo. Manni è il diavolo per antonomasia, come l’iconografia lo elegge: seduttore, beffardo, stupido, ammaliante e anche divertente. È accademico, a volte fin troppo, ma capace di camuffare e mutare qualsiasi cambiamento espressivo e vocale. Al contrario Oliva, che volutamente ha creato il personaggio di Ivan inerme, passivo e quasi arrendevole, conduce una recita smorta, amatoriale che stona con quella del collega. L’affiatamento non emerge, nonostante gli sforzi e il ritmo incalzante delle battute di Manni, Oliva non è un attore, anche se lodevole per il coraggio. Il suo ruolo non regge e l’attenzione è tutta sul personaggio del diavolo. L’attesa del pubblico è verso un coup de théàtre che non arriva mai.

Peccato per un testo che ha grandi possibilità interpretative ma che soffre immeritatamente dell’inadeguata assegnazione dei ruoli.
[serena giorgi]

Interpreti
Alberto Oliva, Mino Manni
Produzione
I Demoni
In scena
fino al 25 maggio 2014 al Teatro Belli, Roma
Anno
2014
Genere
commedia