Le invisibili
Autore: Massimo Vincenzi Adattamento: Emanuela Giordano e Lidia Ravera dal libro “Sorridimi ancora”
Regia: Emanuela Giordano
Scene: Andrea Nelson Cecchini Costumi: Graziella Pera
Musica: Tommaso Di Giulio
Luci: Michelangelo Vitullo
Produzione: Teatro Stabile d’Abruzzo – Società per Attori in collaborazione con Smileagain
Interpreti: Maddalena Crippa, Claudia Gusmano, Sabrina Knaflitz, Carolina Levi, Serena Mattace Raso, Antonia Renella, Laura Rovetti, Federica Stefanelli
Anno di produzione: 2008 Genere: drammatico
In scena: fino al 26 Aprile al Teatro Valle di Roma

“Chi si prenderà cura del dolore di queste ragazze, di queste donne?”, chiede in un soffio Maddalena Crippa nel ruolo della scrittrice della storia vera di sette ragazze originarie di paesi lontani. Giovani che, per aver rifiutato proposte di matrimonio e disobbedito a folli ordini di mariti/fidanzati/padroni, hanno subito violenze fisiche e umiliazioni di ogni genere dal mondo maschile. I loro sogni si infrangono in una realtà sociale che le vuole mogli obbedienti, invisibili; donne che non chiedono, che non hanno il diritto di scegliere l’uomo che sposeranno, che si scusano solo per la loro presenza, per non avere una dote, per non aver saputo tacere. Ecco la punizione. Hai disobbedito all’ordine di non uscire di casa per comunicare a tua madre che aspetti un figlio? Io ti rovescio addosso l’acido, ti tolgo l’unica dote che hai, la tua bellezza, la tua gioventù. E le madri di queste ragazze sono madri silenziose appartenenti ad un “esercito disperso”, ci dice Crippa.
La violenza sulle donne risulta essere quasi normale. Allora il teatro diventa l’agorà, luogo dove si può discutere, dove si possono risvegliare le coscienze sopite.
Lo spettacolo propone un teatro di coscienza, un’opera lirica. Non scade mai in toni patetici e rabbiosi. Ti prende per mano con dolcezza, senza grida, senza rabbia, e piano piano depone nell’anima dello spettatore il seme della speranza che “l’esercito disperso” di donne si unisca a tutti gli uomini di buona volontà e ponga fine alla banalità di questa violenza. Se fosse stato uno spettacolo urlato, avrebbe provocato un’emozione di rapido oblio. Invece il messaggio di responsabilità di prendersi cura di queste donne si insinua nello spettatore e vi resta anche alla fine dello spettacolo in un silenzio quasi irreale. E’ il silenzio del rispetto del pubblico per questo dolore.
Le invisibili è un’opera corale che si muove armoniosamente fino alla fine. Le attrici sono brave nella loro diversità, recitano con misura e sapienza, da artiste consumate. La regia è attenta ed accurata al punto da sembrare assente, lasciando che lo spettacolo viva di vita propria. La scenografia essenziale, le luci calde, accompagnano questo racconto che a volte nell’iconografia e nell’entusiasmo giovanile ricorda il film hollywoodiano Piccole donne.
Un testo per tutti, uomini e donne, perché quelle donne sono le nostre sorelle, fidanzate, madri, mogli, figlie. “No man is an island entire of itself”, “Nessun uomo è un’isola fatto solo di se stesso”, scriveva il poeta inglese John Donne nelle sue “Meditazioni”. Quelle donne siamo tutti noi. [deborah ferrucci]