L’importante è vincere senza partecipare
Autore: Lillo Petrolo
Regia: Lillo Petrolo
Scene: Florenza Marino Costumi: Alessandro Bentivegna
Musica: Lillo Petrolo Luci: Stefano Valentini
Produzione: Giglio group production e Gianni Salzano
Interpreti: Paola Minaccioni, Federica Cifola
Anno di produzione: 2009 Genere: commedia
In scena: fino all'8 marzo al Teatro De' Servi - Roma

Con 200 euro si possono fare ben poche cose di questi tempi. Una di queste è affittare una stanza per una serata e poi…. Giocare. Giocare con la propria vita e le proprie nevrosi.
Nella commedia di Lillo Petrolo L’importante è vincere senza partecipare, Federica Cifola e Paola Minaccioni lo fanno: decidono di accettare le regole del big game personalizzato per loro dalla dottoressa Gardin, psicanalista di fama internazionale che ha ideato una sorta di gioco dell’oca nel quale si avanza nelle caselle lanciando un dado. L’obiettivo è vincere la sfida con se stessi e accedere al prezioso responso di Al il super-computer - citazione testuale da “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick - che dovrebbe fornire la risposta alla ricerca interiore delle due donne.
La mania della psicanalisi, così tipicamente americana, sembra aver attraversato l’Oceano per entrare di prepotenza anche nella quotidianità italiana. Lillo Petrolo, questa volta senza il suo inseparabile partner Greg, interpreta e anticipa la tendenza, scrivendo e dirigendo un pezzo cucito addosso alle due protagoniste. Un pezzo sulle donne scritto da un uomo. L’autore si cimenta così nella scrittura di un testo che sviscera le difficoltà delle donne d’oggi: uomini, lavoro, famiglia. Di tutto un po’ in questo assurdo gioco dell’oca che un po’ mortifica, un po’ esalta la psiche. “Io non sono acida e uterina!”, è il disarmante grido di autodifesa di Federica nei confronti dei colleghi che non la capiscono. Anche se poi, vederla frugare nella propria borsa in cerca di qualcosa (ed estrarre, nell’ordine: un pupazzo, una pentola a pressione, un boccaglio, uno spazzolone da wc, una chiave inglese e una serie infinita di altri oggetti), comprova che le ragazze sono le prime a prendersi in giro sui più diffusi luoghi comuni su di loro.
Che Paola Minaccioni e Federica Cifola siano due amiche affiatate è evidente, oltre che cosa nota; sono una delle rare coppie comiche al femminile nel panorama dello spettacolo italiano. Lo spettacolo se ne avvantaggia, poiché l’una è spalla dell’altra in un duetto senza gerarchie. La scenografia fissa è la semplice riproduzione del gioco: fondale rosso, una plancia, due dadi (un terzo, più piccolo, è usato per i lanci), quattro tipi di carte da pescare – verità/ammazzaego/autolesionismo/test -, una sfera che cambia colore a seconda che si dica la verità o meno. [marina viola]