La fine della fiera


Anno

2009

Genere
commedia

In scena
fino al 27 novembre |
Teatro Cometa Off, Roma

Autore
Daniele Prato,
Francesca Staasch
Regia
Riccardo Scarafoni
Interpreti
Veruska Rossi,
Fabrizio Sabatucci, Riccardo Sacrafoni, Francesco Venditti
Produzione
4me4

 

Quattro anime in pena accolgono il pubblico sul palco, ansiose di raccontare le loro storie: uno scrittore che non scrive più (Fabrizio Sabatucci), un’archivista dalla personalità multipla (Veruska Rossi), un manager che elimina risorse umane (Francesco Venditti), un uomo che ama suo malgrado (Riccardo Scarafoni).
Sono monadi sparse nel mondo, non comunicano tra di loro, per quell’egocentrismo che l’attuale società facilita.
Il tentativo di unire questi personaggi è l’incontro accidentale: lo scrittore ha cucito la cravatta del manager e ha portato la posta all’archivista. Punto. Non si incontrano davvero.

Commedia realista, con pregi e difetti di questi tempi. Nelle tenebre della solitudine, queste figure trovano un buco nero in cui incanalare la loro storia andando fino in fondo (pregio), esagerando nella lunghezza del racconto e nell’incapacità di collegarsi agli altri (difetto).
Gli autori sono molto bravi nel delineare i personaggi, meno nello svolgimento della trama, che a volte fatica a trovare un senso soprattutto nell’archivista e nell’uomo che ama; i loro racconti raggiungono l’apice e non si fermano in tempo, l’epilogo si perde.

Veruska Rossi è molto brava, presenza scenica, dizione curata, versatilità, ma la regia dovrebbe stemperarne l’autocompiacimento, dovrebbe fermarla in tempo, come il suo personaggio; Riccardo Scarafoni sintetizza bene la tecnica interpretativa con la credibilità del personaggio, cura piccoli dettagli, meno appariscente degli altri (forse perché è anche il regista?) ma il più bravo; Fabrizio Sabatucci ha il monologo più interessante, la sua interpretazione è lieve, meno raffinata degli altri; Venditti è un talento teatrale ancora acerbo, regge il personaggio fino alla fine, ma è troppo serio, nel passaggio a battute divertenti è teso.

Con qualche taglio qua e là alla scrittura e alla regia, lo spettacolo scivolerebbe meglio.
[deborah ferrucci]