Finchè giudice non ci separi
Autore: Vincenzo Sinopoli, Andrea Maia, Augusto Fornari, Toni Fornari
Regia: Augusto Fornari
Coreografie: Manolo Casalino Costumi: 7 Camicie
Luci: Musica: Pino Cangialosi
Produzione: Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli

Interpreti: Roberto Brunetti, Salvatore Marino, Giancarlo Ratti, Paolo Ricca, Nathalie Caldonazzo

Anno di produzione: 2011 Genere: commedia
In scena: al Teatro Golden di Roma | Via Taranto 36 | tel. 06.70493826

Mauro, Paolo, Roberto e Massimo sono quattro amici, tutti senza una compagna. Massimo è fresco di separazione ed ha tentato il togliersi la vita. Il giudice gli ha levato tutto: la casa e la figlia, costringendolo a versare un cospicuo assegno mensile alla moglie. Con quello che resta dello stipendio si può permettere uno squallido appartamento, 35 mq, ammobiliato Ikea.
I tre amici gli stanno vicino per rincuorarlo e controllare che non riprovi l'insensato gesto. Ognuno da' consigli su come affrontare la separazione, la nuova situazione e su come ritornare a vivere una vita normale. Proprio quando i tre sembrano essere riusciti a riportare alla ragione l'amico, un'avvenente vicina di casa suona alla porta. Massimo ha una crisi isterica, quando nella donna riconosce...

"Finchè giudice non ci separi" è una commedia su quattro uomini sull'orlo di una crisi di nervi, dovuta alla capacità/incapacità di reagire alla separazione dalla propria moglie. C'è chi convive per esigenze pratiche con l'ex consorte, chi è riuscito a instaurare un rapporto di amicizia, chi si dedica ogni sera ad una donna diversa e chi non riesce a capacitarsi ancora della cosa. Quattro casi esemplari, messi in scena attraverso la lente deformata della commedia a tratti sofisticata a tratti grottesca che tenta, senza lontanarsi troppo dal contesto leggero, un'analisi psicologica del comportamento umano.
Lo spettacolo è divertente, alcune battute particolarmente irresistibili, l'amalgama tra i quattro attori e' consolidata e funzionale. Poi cade dal cielo come una meteora Nathalie Caldonazzo - più attenta alla dizione che non all'interpretazione - nel ruolo della vicina di casa, elemento drammaturgico che segna la rottura narrativa, che rivela al pubblico ed agli stessi protagonisti la differenza tra realtà e finzione, quotidianità ed immaginazione, essere e apparire.
Il testo ruota intorno alla performance di Giancarlo Ratti, ben sostenuto da uno straripante Salvatore Marino, dalle battute di Roberto Bunetti e ad un non sempre convincente Paolo Ricca. Divertente senza impegno.
[fabio melandri]