La fila - Line
Autore: Israel Horovitz Adattamento: Susanna Corradi
Regia: Walter Le Moli
Scene:
Costumi:
Musica: Luci:
Produzione: Fondazione Teatro Due di Parma, Teatro di Roma
Interpreti: Alessandro Averone, Paola De Crescenzo, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Sergio Filippa, Nanni Tormen
Anno di produzione: 2011 Genere: dell'assurdo
In scena: in turnè

Pensarci, rifletterci per giorni e cercare uno spunto geniale per descrivere l'altrettanto geniale spettacolo “La fila (Line)”, scritto da Israel Horovitz, nella versione a cura di Walter Le Moli, proposto dalla compagnia Teatro Due di Parma. E rendersi conto di non riuscire a trovare l'attacco adatto, l'angolazione migliore per far comprendere al lettore, probabile spettatore, perché non può lasciarsi scappare l'occasione di vedere questo spettacolo.

Se analizzato a freddo, da uno sguardo non partecipe, c'è ben poco da dire. In scena ci sono cinque attori, per gran parte dello spettacolo in fila indiana, ben vestiti e composti (fino ad un certo punto). La scena è tutta qui. Anzi no. C'è un elemento fondamentale, imprescindibile, perché la pièce esista: una linea. Una striscia bianca a terra che delimita lo spazio di movimento degli attori e le loro motivazioni. “Via dalla linea, via dalla vita”. Frase inconcepibile se estrapolata dal contesto, ma pregna di senso se inserita nella vicenda. Il fine per chi segue la linea è essere PRIMO. Per cosa? Poco importa. Basta esserlo. Uno dopo l'altro i protagonisti si troveranno immischiati in una gara insensata ma travolgente. Per riuscire a 'svettare' sono lecite violenze verbali e fisiche, soprusi, insulti, ironia, paradossi, sesso e sgambetti.

Samuel Beckett e il suo teatro dell'assurdo impermeano l'aria. Ma Horovitz vi aggiunge un passaggio in più. Toglie l'incomunicabilità e la crisi di identità, presenti nelle relazioni fra gli esseri umani beckettiani, e vi aggiunge la vita. “La fila (Line)” è più reale. Dopo un iniziale sbigottimento, si entra totalmente nel mondo di Fleming (Sergio Filippa, colui che dà inizio alla fila), Dolan (un impeccabile Alessandro Averone), Molly (l'inaspettata e pungente Paola De Crescenzo), del giovane e scriteriato mozartiano Stephen (la rivelazione Luca Nucera) e di Arnall (Massimiliano Sbarsi, l'emblema dell'inettitudine repressa), il marito di Molly. E andarsene è un peccato. La magia de "La Linea" risiede in due fattori: testo e attori. E visto che alla base del teatro ci sono questi due elementi, “La Fila” È il teatro. [valentina venturi]