Extremities
Autore: William Mastrosimone Adattamento: Bruno Armando
Regia: Bruno Armando
Scene: Mario Fontanini
Costumi: Marzia Paparini
Musica: Luci: Luca Bronzio
Produzione: Fondazione Teatro Due
Interpreti: Alessandro Averone, Federica Bognetti, Laura Cleri, Paola De Crescenzo
Anno di produzione: 2011 Genere: drammatico
In scena: in turnè

Una tranquilla e assonnata giornata si trasforma in un incubo. Un uomo entra in casa di una donna con una banale scusa. Tutto ha inizio così. I primi 15 minuti di "Extremities" sono duri e intensi. La violenza si consuma sul palco in tutta la sua crudeltà: Marjorie cerca di ribellarsi alla furia di Raul, lotta senza sosta, cede ma poi riemerge fino a che, in un lampo di inaspettata fortuna, riesce ad avere la meglio. Acceca il suo carnefice con uno spray urticante. Da questo momento i ruoli si ribaltano e la donna umiliata, colpita e infuriata tiene al giogo Raul, lo intrappola e infierisce su di lui con una cattiveria mai nemmeno accennata.

Alessandro Averone è Raul: la sua è una pazzia studiata, lucida, capace però di muovere l'animo. La sua guerra, quando è vittima, è tutta concentrata nel disarmare a parole l'avversario. Un'interpretazione che, se pecca di poca intenzione e concentrazione in alcune delle lunghe sequenze dello stupro, diventa sempre più intensa e coinvolgente man mano che la storia va avanti. Cieco a causa dello spray, e con una voce da "bambino ferito", ingaggia una lotta psicologica con Marjorie (Paola De Crescenzo, in alcuni momenti un po' troppo isterica, ma che ha reso con assoluta spontaneità il terrore che domina il momento dello stupro e quello del post, quando la lotta per la vita diventa spirito di sopravvivenza). Raul cerca in tutti i modi di ribaltare la situazione, suscitando persino compassione nelle due amiche/coinquiline, sopraggiunte poco dopo. Gradualmente instilla nelle loro menti il seme del dubbio, le porta a sospettare dell'amica, le muove a pietà. Pat e Terry sono all'opposto: l'una metodica e seriosa, l'altra leggera e amante della vita. Prima Terry (una Federica Bognetti brava, senza sbavature), poi Pat (interpretata da Laura Cleri, dotata di mimica e tempi azzeccatissimi) in un primo momento provano a dissuadere Marjorie. Ben presto subiscono il "fascino" del carnefice.

La regia è pulita ed essenziale, non giudica, espone i fatti e lascia allo spettatore il compito di valutare. Fin dove può arrivare la cattiveria di una donna aggredita? Chi decide cosa è giusto? E perché è così difficile essere creduti? Tanti gli interrogativi posti dallo spettacolo e dal testo, ancora senza risposta.
[patrizia vitrugno]