Elio è… Frankenstein! Un concerto mostruoso
Autore: Heinz Carl Grube
Direzione d'orchestra: Danilo Grassi
Orchestra: Istituzione Sinfonica Abruzzese
Produzione: Ambra Jovinelli e Studiomusica
Interpreti: Elio
Anno di produzione: 2008 Genere: musicale
In scena: sino al 23 novembre, teatro Ambra Jovinelli di Roma; 28 gennaio Milano, Teatro Ciak; 29 gennaio Bologna, Teatro delle Celebrazioni; 30 gennaio Torino, Teatro Colosseo; 4 febbraio Bergamo, Teatro Creberg; 5 febbraio Genova, Politeama Genovese

“Quello che state vivendo è un viaggio nella cultura, un vero e proprio punto d’incontro tra i Tokio Hotel e Igor Stravinskij che, a dire il vero… non esiste!”. Così Elio, degli “Elio e le storie tese” introduce e definisce l’opera neogotica Frankenstein!! Pan-demonium per chansonnier ed ensemble di Heinz Carl Gruber, in scena al teatro Ambra Jovinelli fino al 23 novembre.
Elio è... Frankenstein! - Un concerto mostruoso è diviso in due parti. La prima è dominata dalle musiche di Heinz Carl, intervallate da commenti semi seri del cantante milanese. Già l’entrata sul palco lascia intuire che sarà una serata particolare: un parrucchino nero, pettinato senza remore durante l’esibizione, copre quasi interamente il mono ciglio eliano. “Topolin, topolin, mi trascini nel buchin…”: così inizia il testo di Heinz Carl scritto tra il 1976 e il 1977 con la metrica tipica delle poesie per bambini, rielaborazione del personaggio nato dalla fantasia di Mary Shelley, in un mix di ironia e humor nero. Scorre via veloce, tra Barman, Robin, Superman e uno strano pipistrello.
Dopo aver goduto del “primo concerto al mondo di musica classica Emo (Emotional Hardcore)”, inizia il secondo tempo del viaggio culturale, imperniato sui brani del gruppo musicale composto da Elio, Cesareo, Rocco Tanica, Faso e Christian Meyer: “La follia della donna parte prima”; “Il vitello con i piedi di balza”; “Sogno o son desktop”; “Nella vecchia azienda agricola”; “Pork e Cindy”; “Spalmen”.
Ad interrompere la sequenza comica interviene la musica di Kurt Weill e Bertol Brecht. Elio esegue con voce possente e ispirata, coadiuvato dal direttore d’orchestra Danilo Grassi (stessa mimica facciale di Elio) e l’Istituzione Sinfonica Abruzzese composta da trenta musicisti tre canzoni epiche tratte da “L’Opera da tre Soldi” e “Happy End”, tra cui “La canzone dei cannoni” e “La ballata del magnaccia”. Il pubblico ha applaudito a dovere, quindi si merita due bis: “La terra dei Cachi” e l’aria di “Figaro” dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.
Il perché di questa insolita ma godibilissima scelta artistica lo spiega Elio stesso: “Mi piace mettermi alla prova su terreni diversi dal solito. La classica e l’orchestra di fatto sono un ritorno al passato, perché sono partito da lì”.
[valentina venturi]