Il dolore
Autore: Marguerite Duras Traduzione: Laura Guarino, Giovanni Mariotti
Regia: Massimo Luconi
Scene: Massimo Luconi Costumi: Paola Marchesin
Luci: Sandro Sussi Musica: Mirio Cosottini
Produzione: Teatro stabile di Genova, in collaborazione con Maggio Musicale Fiorentino
Interpreti: Mariangela Melato, Cristiano Dessì
Anno di produzione: 2010 Genere: commedia
In scena: fino al 23 maggio al Teatro Valle di Roma

Il dolore” di una donna, l'attesa di una moglie, la paura, le ansie i dubbi e il terrore di un essere umano che aspetta inerme. Ma cosa? Che la guerra finisca e che il suo amato Robert, deportato a Dachau e che solo attraverso il sorriso potrà in seguito riconoscere, possa tornare a casa. La presenza-assenza di questo individuo, per tutta la durata dello spettacolo in scena al teatro Valle, amplifica e infervora la magistrale Mariangela Melato nei panni di una Penelope moderna.

“Il dolore” è un adattamento teatrale dall'omonimo romanzo scritto da Marguerite Duras il cui tempo è scandito con la lettura dei giorni che passano. Siamo a Parigi e una donna, sola in casa, attende una chiamata, implora un'informazione utile per sapere se il marito è ancora vivo. La scena è essenziale, eppure ricca. Un albero spezzato come la vita stessa; una scrivania luogo della ragione e del diario; qualche valigia simbolo del viaggio verso l'ignoto; fogli di carta dove viene fissato il dolore quotidiano; un telefono ambasciatore di attesa; la Melato.

La vera protagonista di questa vicenda ambientata durante la fine della Seconda guerra mondiale è la voce di Mariangela Melato, assoluta regia della scena più della fisicità stessa. Sempre più di rado capita di godere di una pièce teatrale anche senza guardare il palcoscenico. Ebbene, senza nulla togliere al lavoro registico di Luconi, e quasi sovvertendo le regole della quarta parete, è la passione e insieme il dominio vocale della Melato che riempiono il palcoscenico. Un'ora e mezza per un monologo teso e vibrante, che si spegne in un istante come lo spettacolo stesso, lasciando lo spettatore inerme e travolto dalle emozioni. [valentina venturi]