Così è (se vi pare)
Autore: Luigi Pirandello
Regia: Massimo Castri
Scene e costumi: Claudia Calvaresi
Produzione:Emilia Romagna Teatro Fondazione, Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bolognae
Interpreti: Marco Brinzi, Corinne Castelli, Giorgia Coco, Francesca Debri, Anna Della Rosa, Michele Di Giacomo, Angelo Di Genio, Federica Fabiani, Alessandro Federico, Diana Hobel, Rosario Lisma, Antonio Giuseppe Peligra, Chiara Condrò
Anno di produzione: 2007 Genere: commedia
In scena: fino al 24 febbraio al Teatro Quirino di Roma

Al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma fino al 24 febbraio, per la regia di Massimo Castri è di scena Pirandello. Quello di Così è se vi pare, commedia tratta dalla novella “La signora Frola ed il signor Ponza, suo genero” rappresentata per la prima volta nel 1917 tra lo “sconcerto, intontimento, esasperazione e sgomento” del pubblico come riporta lo stesso Pirandello. Un testo che Massimo Castri ha frequentato nell’arco della sua carriera già due volte e che gli è valso il Premio Ubu come miglior regia nel 1980. Torna ora su queste pagine, tra le più note e complesse del Novecento italiano, per sviscerare gli aspetti rimasti insoluti, in un viaggio intorno e dentro la poetica pirandelliana dell’inconoscibilità del reale cui ognuno può dare una propria interpretazione. Tema che si ritrova con profonda e naturale prepotenza nel romanzo del 1926, “Uno nessuno e centomila”, ma che appare già chiaro nelle parole proferite da Lamberto Laudisi, qui interpretato da Michele Di Giacomo: «Io sono realmente come mi vede lei. Ma ciò non toglie, cara signora mia, che io non sia anche realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la signora qua. Vi vedo affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così». Lo spettacolo ruota attorno agli interrogativi posti da un gruppo di uomini e donne ansiosi di attribuire alla Signora Frola e al suo bizzarro comportamento in famiglia un ruolo definito. Ciascuno, stretto nella morsa delle proprie convinzioni, si agita nello spazio sfarzosamente angusto di un salone da ballo di inizio ’900 facendo illazioni, supposizioni, ipotesi sullo “strano” ménage di un marito, Rosario Lisma, sua moglie, Chiara Condrò, ed una suocera, Diana Hobel, arrivati da poco ad infrangere gli equilibri domestici. La commedia è affidata all’interpretazione di dodici attori che, volutamente più giovani rispetto alle esigenze della storia, vi si piegano insistendo sull’aspetto interpretativo. Gesti, sguardi, movimenti di scena diventano – in una regia che incarna minuziosamente gli stati d’animo dei protagonisti – un testo nel testo donando allo spettatore una lettura stratificata dell’opera. Castri è insieme regista, coreografo e direttore di un’orchestra di personaggi che si muove coralmente sul palco, a testimoniare che pur nella varietà della tipologia umana – ben rappresentata dagli interpreti che sfiorano consapevolmente la macchietta – restano accomunati dalla presuntuosa convinzione di poter accedere ad un’identità unica, chiara e definita per tutti, ad una sorta di passepartout di verità a proprio uso e consumo. Lo spettacolo è il risultato del corso tenuto alla scuola di Alta Formazione Teatrale, organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione col finanziamento del Fondo Sociale Europeo e della Regione Emilia Romagna. [s. pisu]