La commedia di Candido
Autore: Stefano Massini
Regia: Sergio Fantoni
Scene: Gianluca Sbicca, Simone Valsecchi Musica: Cesare Picco
Luci: Iuraj Saleri Costumi: Gianluca Sbicca, Simone Valsecchi
Compagnia: La Contemporanea
Interpreti: Ottavia Piccolo, Vittorio Viviani, Massimo Zordan, Natalia Magni, Francesca Farcomeni, Alessandro Pazzi, Desireè Giorgietti
Anno di produzione: 2010 Genere: commedia
In scena: fino al 21 febbraio al Teatro Manzoni di Roma

Al teatro Manzoni è in scena La Commedia di Candido, divertissment ispirato all’Era dei Lumi. Il Settecento, secolo affascinante e alquanto contraddittorio, che unisce l’estrema miseria alla grande nobiltà, viene raccontato in questa piéce attraverso le figure dei tre grandi filosofi Diderot, Rousseau e Voltaire e l’arguta e intelligente Augustine, personaggio di verve goldoniana, intriso di ironia e leggerezza. La fabula è semplice e lineare: la povera Augustine, attrice caduta in miseria, si accontenta di far da domestica al capriccioso e donnaiolo Diderot, non senza attirare le antipatie della moglie che in poco tempo ordina al marito di licenziarla. Diderot, seppur con qualche indugio, esegue l’ordine della consorte, ma quando la povera Augustine sta per essere liquidata, entra in scena D’Alembert preoccupatissimo per la sorte di tutto il gruppo di filosofi e letterati che stanno lavorando all’Enciclopedia: Voltaire, loro esimio collega, sta scrivendo un libro che li potrebbe portare alla rovina. Bisogna investigare e scoprire il contenuto delle pagine del romanzo: la svelta Augustine, coglie la palla al balzo e si propone come spia in cambio di una lauta ricompensa. E così inizia la sua avventura, che la porterà con vari travestimenti a frequentare prima la casa di Rousseau ed poi quella di Voltaire.
Lo spettacolo, ben tenuto sia nei ritmi che nei cambi, gode della bravura di Ottavia Piccolo (Augustine) e della grande versatilità di Antonio Viviani che, con grande ironia si cimenta nei personaggi dei tre grandi filosofi, presentati sia nella loro magnificenza che nelle brutture e nei lati più effimeri e curiosi. In simbiosi con i protagonisti anche il resto della compagnia. La regia di Fantoni, di stile classico, punta sulla semplicità e sull’eleganza; belle e di atmosfera le luci di Iuraj Saleri; adeguate le musiche. Più uscite nei ringraziamenti al finale chiamate dal caloroso pubblico.
[annalisa picconi]