I coltelli nella schiena, le ali nel muso
Autore: Pierre Notte Tarduzione: Mitridate MInovi
Regia: Reza Keradman
Scene: Francesco Ghisu Costumi: Seti Minovi
Luci: Davood Kheradmand Musica: Maurizio Gabrieli
Produzione: SalaUno
Interpreti: Reza Keradman, Gerardo Mastrodomenico, Caterina Misasi, Monica Samassa, Daniel Terranegra, Alessandra Raichi, Constantin Jopeck
Anno di produzione: 2010 Genere: commedia
In scena: fino all'13 marzo 2011 al Teatro SalaUno di Roma

Il dramma di Pierre Notte "Coltelli nella schiena, ali in faccia", autore francese che scrive per il teatro fin dagli anni '80, ci appare la parabola di un nonsense ormai praticato e consumato da molti. Il testo a volte sembra un'enorme citazione da Jarry a Berkoff, da Luwis Carrol a Ionesco, fino ad Ibsen (più che citato, parodiato). Difficile riconoscere l'esile fabula che ci racconta di una ragazza con grossi problemi personali: Marie ha paura di essere toccata e per questo si taglia. Il primo problema è una madre nevrotica e anaffettiva che riversa tutta la sua angoscia sulla figlia, incapace, come la madre, di creare rapporti e alla ricerca di un mondo migliore lontano da tutto e da tutti. La figura del padre entra in questo "menage familiare" come un clown grottesco e carente nel ruolo paterno: un ulteriore punto di non/riferimento per la ragazza. L'unica figura di riferimento è la vecchia nonna, il cui ricordo la conforta e alla quale chiede spiegazioni, risposte al suo mal di vivere. Il fantasma gioioso dell'anziana risponde che "i bambini si tagliano perché le ali che hanno sulla schiena, che hanno uno spazio immenso davanti a loro, quando non riescono più a volare è come se diventassero coltelli piantati nella schiena".

Testo difficilissimo da rappresentare, già criptico in sé e reso ancora più intricato dalla traduzione. Il pubblico a volte si perde e non comprende bene tutto il percorso drammaturgico ed emotivo dei personaggi. Eppure la regia mette bene in evidenza gli spunti ironico/drammatici di alcuni momenti. Bravi gli interpreti che hanno saputo, nonostante le difficoltà, con grosse pennellate in un quadro colorato, portare in scena i loro personaggi con dignitosa necessità.

[annalisa picconi]

| 2010 |