I casi sono due
Autore: Armando Curcio
Regia: Carlo Giuffrè
Scene: Aldo Terlizzi Costumi: Aldo Terlizzi
Luci:
Musica: Francesco Giuffrè
Produzione: Diana Oris
Interpreti: Carlo Giuffrè, Angela Pagano, Ernesto Lama, Vincenzo Borrino, Paola Terrazzo, Claudio Veneziano, Danilo della Calce, Gennaro Di Biase, Vincenzo la Marca
Anno di produzione: 2009 Genere: commedia

In scena: fino al 27 dicembre al teatro Sala Umberto di Roma

Raffinato conoscitore della commedia napoletana, Carlo Giuffrè mette in scena per la terza volta l'incantevole commedia di Armando Curcio, scritta nel 1941: "I casi sono due", al Teatro Sala Umberto di Roma. Una commedia degli equivoci dove i tempi serrati e compatti vengono magistralmente orchestrati dalla regia di Giuffrè.
La storia ruota intorno all'oramai vecchio ed ipocondriaco barone Ottaviano Del Duca (Carlo Giuffrè) sposato con Aspasia (Angela Pagano). Il nobile, stanco della vita passata senza l'affetto di un figlio, decide di mettersi sulle tracce del suo unico possibile rampollo, nato circa quarant'anni prima dall'avventura con una sciantosa. Le ricerche dell'agenzia investigativa a cui si affida sembrano identificare il ragazzo proprio nel cuoco assunto da qualche settimana. Non è certo un ragazzo posato: furbo, imbroglione e amante del gioco, riesce a carpire, in poco tempo, l'affetto del barone. Ma dopo l'esilarante scena in cui l'ipotetico padre spiega al figlio ritrovato le buone maniere e i dieci comandamenti, nuovi sviluppi investigativi cambiano nuovamente le carte in tavola, facendo spuntare un altro figlio: lo stralunato Gennaro II. Così il cuoco Gennaro (Ernesto Lama), in men che non si dica, si ritrova in cucina e poi di nuovo figlio.
Un'altalena di equivoci, battute e dialoghi sconclusionati si consumano all'interno della camera da pranzo della bella casa del barone, dove una sfavillante radio accompagna con le canzoni dell'epoca le vicende familiari. Tra retrocessioni in cucina e nuove promozioni a baronetto, il cuoco Gennaro conosce per la prima volta l'instabilità della sua identità: decide di ritornare in strada riprendendosi una povera, ma dignitosa, libertà.
Una commedia costruita su colpi di scena, equivoci ed esilaranti battute che evidenziano le qualità di tutti gli interpreti, a partire da Giuffrè e dalla Pagano, unici nel rendere le mille sfumature della comicità. L'attore e' il "custode della grande tradizione attoriale napoletana", come è stato indicato nella motivazione del Premio Simoni assegnatogli nel 2001. Giuffrè offre una indimenticabile versione di questa commedia degli equivoci, portata in scena nel 1945 da Eduardo e Peppino De Filippo.
[alessandra pistolese]