Buñuel: l’oscuro Oggetto del Desiderio
Autore: Ilaria Testoni Traduzione:
Regia: Ilaria Testoni
Scene: Barbara Tosto Costumi: -----------------
Musica: Giovanni Zappalorto
Luci: Gianni Grasso
Compagnia: Compagnia Teatro IT Produzione: Ass. Cult. Le Perle di Novembre
Interpreti: Annalisa Biancofiore, Francesca Di Nicola, Silvia Moranti, Paolo Benvenuto Vezzoso
Anno di produzione: 2009 Genere: drammatico
In scena: fino al al 14 giugno 2009 Teatro Dell'Orologio Sala Grande | Via de’Filippini 17/A Roma Tel. 06 6875550

Lo spettacolo in scena al teatro dell’Orologio è tratto da Dei miei sospiri estremi di Luis Buñuel (1981), autobiografia pubblicata postuma e coadiuvata dal suo grande amico Jean Claude Carrière pseudo-testamento del grande regista, sceneggiatore e attore, rappresentante del surrealismo.
“Il surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore, connesso a certe forme di associazione finora trascurate, sull’onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero…”. Così dettava il manifesto del 1924 redatto da Andrè Breton, esaltando anche i lati più oscuri di una realtà che non è sempre e solo concreta ma è fatta di parole non dette, di ombre ed incubi, di inconscio.
La scena si apre illuminando il tavolino di un caffè dove è seduto un misterioso signore, forse l’alter ego di Buñuel, forse uno dei misteriosi uomini che animano le sue storie. L’uomo attende un amico che non arriverà mai: al suo posto, insieme ai pensieri e alle angosce esistenziali che lo tormentano, arrivano altre figure sogni di donne ormai scolorite dal tempo ma ancora vive e presenti. La sposa, la religiosa, la lolita. Donne che ha amato e soprattutto dalle quali è stato amato, che ancora lo cercano, lo contendono, lo rincorrono e quando pensa di averle in pugno, scompaiono, si dissolvono, come un sogno svanisce con i primi bagliori mattutini. Il testo e la regia dello spettacolo ci sono apparsi non sempre rispondenti alla poetica dell’autore al quale lo spettacolo si ispira, mancando in alcuni momenti proprio dell’esaltazione del lato onirico, della suspence, del mistero e della rottura improvvisa di quella realtà violentata dal sogno o dall’incubo più inaspettato. Anche gli attori partecipano a questo gioco in parte, rivelando a tratti l’ambiguità, la perversione e la lucida follia dei personaggi dei film più noti come “Il fascino discreto della borghesia” o proprio di quello che ha titolato lo spettacolo Quell’oscuro oggetto del desiderio. Appropriate le luci e le musiche, anche se poco originali. Apprezzabile nel complesso ma con alcune riserve. [annalisa picconi]