Barboni: favola metropolitana


Anno
2013

Genere
commedia

In scena
fino al 21 aprile
SalaUno | Roma

Autore
Maricla Boggio
Regia
Mario Prosperi
Scene
Valerio Di Filippo
Costumi
Helga Williams
Luci
Valerio Di Filippo
Musica
Iris Walther
Interpreti
Mario Prosperi, Paola Sebastiani, Gino Nardella, Roberto Zorzut, Beatrice Messa, Gabriele Granito

 

Un tipico nasone da cui sgorga ininterrottamente l'acqua di Roma; una panchina ricoperta di giornali; un chiostro che sembra un paradiso per i neo-barboni, sventurati protagonisti di una favola metropolitana. Accomunati dalla condanna alla miseria, ognuno di loro vive l'emarginazione in maniera diversa: chi ne apprezza l'assoluto senso di libertà e indipendenza dagli altri, chi continua una tradizione di famiglia, chi si è ridotto al lastrico per azzardi finanziari...

La loro vita viene sconvolta quando Gloria, clochard in visita dal Regno Unito, entra a far parte di questa ristretta comunità: vuole conoscere le loro storie, aiutarli, raccontarli. In verità Gloria è una sceneggiatrice alle prese con un progetto artistico in cui si cerca di raccontare la vita di strada da una prospettiva insolita, apparentemente più fedele alla realtà in quanto interna al contesto stesso.

Barboni: favola metropolitana” è un amaro spaccato delle ipocrisie del terzo millennio, dove una società frenetica si dimentica di chi rimane indietro, seppure gli stessi siano molto avanti in termini di umanità. Rispettabile il tentativo di rendere quotidiana una condizione sociale estrema, conosciuta ai più solo per le insolenti richieste di elemosina. Peccato che l'intento buonista (dare voce agli invisibili), finisca per legittimare vecchi stereotipi in cui umanità e disumanità si rincorrono in un qui pro quo strutturale e dove ogni responsabilità è riservata ad un mondo incapace di fermarsi ad ascoltare (riabilitato solo dalla figura dello studente volontario).

Finale carico di aspettative, ma inaspettatamente tronco; significativo aggravante che preclude ogni merito di sufficienza: “Barboni”, quarto testo di Maricla Boggio messo in scena da Mario Prosperi dopo “Doppiaggio” (2003), “Sibilla” (2007) e “Scena prima” (2011), ha ricevuto anche finanziamenti dalla Regione Lazio. Un buon motivo per differenziare lo sdegno, oltre che i rifiuti. [gianluigi cacciotti]