Autore
Henry James, traduzione e adattamento di Franca De Angelis
Regia
Christian Angeli
Scene
Maria Alessandra Giuri
Costumi
Maria Alessandra Giuri
Luci
Paolo Macioci
Coreografie
Musica
Maria Alessandra Giuri 

Una pièce brillante ed arguta, raffinata ed ironica. Il testo di Henry James - per la regia di Christian Angeli - si fa amare da subito per il gioco di ruolo su cui si basa la messa in scena: solo tre gli attori sul palco, che passano a sipario aperto e senza soluzione di continuità da un personaggio all’altro, da racconti di vita vissuta al riviverli di lì a poco, in un illusionismo dichiarato, che stuzzica lo spettatore e ne aggancia l’interesse. “Gli amici degli amici” è la storia di Olivia, che seguendo il consiglio dell’amica di andare da uno psicoanalista, inizia a narrare di un incontro con un uomo avvenuto tredici anni prima. Con una tonalità più serena e rilassata, il personaggio di Oliva passa dal lettino nello studio del terapeuta alla mondanità che era solita frequentare; il Dottore, con una cravatta diversa ed un passo più lungo, prende il ruolo dell’uomo di cui Olivia si era innamorata. Ma sarà proprio lui alla fine a cercare di farsi largo tra i racconti della donna, rivelando eventi della sua infanzia che lo avvicineranno inaspettatamente alla paziente.

L’intero spettacolo è l’incrocio continuo di due dimensioni, dove gli attori viaggiano nel tempo, cambiando e indossando diversi ruoli. Anche scenograficamente l’atmosfera sembra voler evidenziare lo scorrere di un tempo evanescente ed irreale, con l’utilizzo di veli di tulle adagiati sugli oggetti in scena e non possono mancare un lettino e il secretaire. Il disegno luci è variegato e ben studiato nel rendere credibili i repentini mutamenti d’ambiente. Gli attori (Alessandra Fallucchi, Massimo Reale e Chiara Condrò) sono in parte, credibili, profondi e nel contempo leggeri nello schernirsi reciprocamente, con i tempi giusti, strappando a più riprese un sogghigno compiaciuto e prolungato in platea. [benedetta corà]

Interpreti
Alessandra Fallucchi, Massimo Reale e Chiara Condrò
Produzione
Ilccarro dell’orsa scarl
In scena
fino al 1 giugno al Teatro Due, Roma
Anno
2013
Genere
commedia

RECENSIONE DI DEBORAH FERRUCCI - MAGGIO 2013

Il teatro si fa letteratura nello spettacolo “Gli amici degli amici”, adattamento di Franca De Angelis dell’omonimo racconto del 1895 di Henry James, autore statunitense di fine ‘800. Non è facile adeguare il linguaggio letterario alla scena teatrale, ma in questo caso l’esperimento è riuscito: merito anche di pagine ben scritte, di dialoghi autosufficienti, di una vicenda accattivante e di un’atmosfera che cattura l’attenzione.

Gli amici degli amici” è la storia di Olivia Bernard (Alessandra Fallucchi) una donna con la paura d’amare e di vivere, che allontana una felicità possibile con il fidanzato, cercando di “sistemarlo” con l’amica April (Chiara Condrò), a suo parere più compatibile per interessi, temperamento e gusti. L’autore dipinge un sensibile ritratto dell’animo femminile e scava nei suoi meandri con l’abilità dello psicoanalista protagonista, il Dr. Meyer (Massimo Reale). Le donne di James sono infatti appassionate, generose e contorte, destinate all’infelicità per loro stessa volontà, sempre pronte ad anteporre il bene altrui al proprio. L’abile regia di Angeli conduce lo spettatore in questo viaggio complesso, tra incontri mancati della coppia che Olivia vorrebbe costituire, sedute dallo psicoanalista costruite quasi come la “Coscienza di Zeno” di Italo Svevo (non siamo troppo lontani dal 1923) e l’inevitabile epilogo, ordito dal destino.

Massimo Reale interpreta il doppio ruolo del Dr. Meyer e del fidanzato di Olivia con estrema naturalezza, senza che lo spettatore si confonda. Le scene sono calde, con dei veli verdognoli su tutti i mobili a simulare una scena fuori dal tempo, di sapore antico, quasi da quadro Ottocentesco. Tutto è in armonia: regia, scene, interpretazione, scenografia, luci. Al termine dello spettacolo si prova il desiderio di leggere il racconto di James, per ritrovare tra quelle pagine le stesse atmosfere, il gusto e la stessa profondità.